Hamas pubblica il video di un ostaggio. Scholz a Erdogan: «Israele ha diritto a difendersi». La replica: «Uccide violando i principi della torah»

Il premier israeliano Netanyahu: «Difficile limitare il numero di vittime civili». Blinken sul futuro della Striscia: «No alla rioccupazione»

Hamas ha pubblicato un video in cui compare l’ostaggio Arye Zalmanovich, di 86 anni, rapito nel kibbutz di Nir Oz lo scorso 7 ottobre. L’uomo, gravemente malato, sembra molto sofferente. E la questione medio-orientale rimane sul tavolo delle diplomazie estere. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un conferenza stampa congiunta a Berlino con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, ha ribadito il diritto di Israele alla propria autodifesa. Il leader turco intanto ha replicato sostenendo che Israele a Gaza ha ucciso 13 mila persone e anche bambini «violando quindi precetti ebraici della torah». Hamas intanto ha chiesto a Israele di fermare i voli dei droni di sorveglianza su Gaza. La richiesta fa parte, secondo la Cnn, della trattativa sugli ostaggi. Nella Striscia di Gaza quasi 150 mila litri di gasolio destinati agli ospedali sono usciti dal valico di Rafah. «Il nostro obiettivo rimane quello di distruggere Hamas. Cercheremo di portare a termine il lavoro con perdite civili minime, questo è ciò che stiamo cercando di fare: ridurre al minimo le vittime civili. Ma sfortunatamente non ci stiamo riuscendo». In una intervista alla Cbs il premier israeliano Benjamin Netanyahu ammette le difficoltà dei suoi militari a condurre una guerra urbana tra le strade di Gaza City senza coinvolgere i civili. Dopo i bombardamenti aerei e l’operazione che ha stretto in una morsa Gaza City, per metterla sotto assedio prima di condurre incursioni via terra, il numero di vittime nella Striscia è salito rapidamente a 11.078, di cui 4.506 bambini e 3.027 donne, e altri 2.700 dispersi. Ma il bilancio è fermo allo scorso venerdì, da una settimana non viene aggiornato per l’inasprimento delle ostilità degli ultimi giorni e le difficoltà comunicative per «il collasso dei servizi e delle comunicazioni presso gli ospedali del nord con il ministero della Sanità». Il premer dello Stato ebraico ha assicurato che limitare il numero di vittime civili è tra gli obiettivi dell’esercito, anche lanciando volantini dall’alto nelle aree che verranno interessate dalle incursioni prima dell’attacco. Ma condanna Hamas, che avendo scavato tunnel e costruito basi militari dentro le strutture civili rende più complesso proteggere la popolazione.


Il futuro della Striscia

Per Netanyahu non potranno essere intraprese le strade già percorse in passato: «strategie fallite» che non verranno considerate, come un approccio diplomatico con Hamas a Gaza. Il leader israeliano nega che tra gli obiettivi delle operazioni militari ci sia quello della rioccupazione della Striscia, ma sottolinea che sarà necessaria una responsabilità militare complessiva per «prevenire il riemergere del terrorismo: «Dobbiamo smilitarizzare e deradicalizzare» il territorio. Anche attraverso un «cambiamento culturale». Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato della gestione della Striscia dopo il conflitto: «Quando si tratta del futuro di Gaza, a nostro giudizio deve essere sotto il governo palestinese e deve esserci anche sicurezza. È imperativo, se vogliamo che ci sia pace e sicurezza durature, andare effettivamente avanti per garantire che i palestinesi abbiano diritti politici, la capacità di governarsi da soli e di prendere decisioni per il proprio futuro nel proprio Stato». Per Blinken non ci dovrà essere una rioccupazione della Striscia da parte di Israele, ma potrebbe essere necessario un periodo di transizione.


Il conflitto

Intanto l’Idf ha comunicato che il corpo della soldatessa 19enne Noa Marciano, in servizio vicino al kibbutz Nahal Oz quando è stata rapita nell’attacco del 7 ottobre scorso, è stato individuato e recuperato in un edificio vicino all’ospedale al Shifa di Gaza City. Hamas aveva pubblicato un video durante la sua prigionia, dichiarando poi che la giovane era stata uccisa durante un bombardamento israeliano il 9 novembre.

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