Trenitalia in ritardo, Lollobrigida scende alla fermata straordinaria e si difende: «Era disponibile per tutti». Schlein: «Arrogante»

Il ministro, atteso a Caivano, ha approfittato della sosta a Ciampino: «Nessun costo né disservizio»

C’è chi come Nicola Fratoianni lo paragona al marchese del Grillo e chi come Bonelli invoca l’abuso d’ufficio, accanto alle più classiche richieste di dimissioni da parte di tutte le opposizioni. La vicenda del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che è sceso a una fermata straordinaria a Ciampino perché il Trenitalia Frecciarossa su cui viaggiava era in ritardo è diventata un caso politico e in serata è arrivata la risposta del ministro. «A Ciampino è stata effettuata una fermata straordinaria disponibile alla discesa di tutti, come da annuncio diffuso sul treno, e non solo per me come qualcuno ha riportato», ha dichiarato Lollobrigida in una nota riferendosi alla notizia scovata da Il Fatto Quotidiano, «la fermata di Ciampino non ha comportato alcun disservizio aggiuntivo o costi di nessun genere, neppure alcun rischio o ulteriore ritardo per nessuno. Si è trattato di una fermata straordinaria che, al ricorrere di casi straordinari, Trenitalia realizza abitualmente e che è stata annunciata e fruibile per tutti i passeggeri».


Il ministro ha ripreso infatti il comunicato di Trenitalia, che aveva assicurato come la fermata straordinaria non avesse comportato costi o ritardi aggiuntivi né ripercussioni sulla circolazione, «e che il treno si è fermato poco dopo Roma Termini per quanto stava accadendo in linea e la deviazione via Cassino è stata decisa anche in virtù della fermata già prevista a Napoli Afragola». Aggiungendo poi che «le motivazioni per cui un treno effettua una fermata straordinaria – spiega Trenitalia – sono diverse. Fra queste, ad esempio, interventi del 118, presenza a bordo treno di viaggiatori intemperanti o casi di ordine pubblico». Lollobrigida ha poi sottolineato: «Avrei potuto restare tranquillamente sul treno, come ho sempre fatto in occasione di ritardi ben più prolungati in passato, né ho mai approfittato del mio ruolo in alcuna occasione. Ho creduto e credo che la mia responsabilità fosse provare a garantire, senza violare alcuna legge o abusare del ruolo che ricopro, la mia presenza dove era stata richiesta e prevista».


L’informativa alla Camera

In giornata si sono susseguite le reazioni delle opposizioni in merito alla vicenda, mentre la maggioranza si è compattata attorno al ministri. Tra i primi a parlare, il leader di Italia Viva Matteo Renzi. «Se il ministro Lollobrigida ha davvero fermato un treno Alta Velocità in una stazione sul percorso Roma Napoli ed è sceso proseguendo poi in macchina siamo in presenza di un abuso di potere senza precedenti», ha scritto sui social il senatore, «i ministri possono usare i mezzi dello Stato ma non possono fermare i treni di tutti i cittadini. Se la notizia sarà confermata chiederemo in Aula le dimissioni di Lollobrigida». A Renzi ha risposto il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè: «Questi sono argomenti usati in modo strumentale. Renzi ha chiesto le dimissioni del ministro? Il problema di Lollobrigida era che non aveva l’Air Force Renzi, sennò avrebbe risolto in quel modo. Indigniamoci per le cose vere, questa non mi sembra sia tale». Con il senatore toscano è d’accordo la deputata e responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, mentre la segretaria Elly Schlein chiede una interrogazione in Aula: «Ha avuto un comportamento arrogante e indegno». E il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte parla di «un segnale devastante della politica in un momento di tagli lacrime e sangue, fanno di un mezzo di trasporto un privilegio». In apertura di seduta, la richiesta di una informativa alla Camera è arrivata da Pd, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e da Alleanza Verdi-Sinistra. Il vicepresidente dell’Aula, Fabio Rampelli, ha assicurato che l’istanza sarà presentata al governo.

La vicenda

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha usufruito di una “fermata straordinaria” del Frecciasrossa Torino-Salerno alla stazione di Ciampino. Il Fatto Quotidiano scrive che alcune fonti informali hanno spiegato che si è trattato di una «fermata ad hoc». Il Frecciarossa 9519 in partenza da Torino alle 7 aveva accumulato un ritardo di 111 minuti. Lollobrigida è salito sul treno alla stazione Termini alle ore 12. Per andare a Napoli Afragola e da lì per proseguire verso Caivano. Dove era atteso per l’inaugurazione di un parco. Ma un guasto sulla tratta da Roma a Napoli (da Salone a Labico) ha fatto decidere a Trenitalia di dirottare Frecce e Intercity sulla “vecchia” Roma-Napoli. Con l’intenzione di farli ricongiungere successivamente sulla vecchia strada.

Una fermata straordinaria

A quel punto però si è verificato un altro problema tra Zagarolo e Valmontone. E questo ha causato un altro ritardo tra Termini e Ciampino. Il ministro veniva da un impegno alla Camera. Doveva andare a Caivano e poi tornare a Roma per partecipare alla trasmissione Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo. A quel punto, spiegano fonti vicine al ministro, «l’assenza del governo sarebbe stata una delusione sia per le tante persone presenti che attendevano l’inizio dell’evento, soprattutto per bambini e studenti accorsi sotto la pioggia nella scuola e al parco, sia per le istituzioni. Il treno purtroppo aveva circa 100 minuti di ritardo. Per non deludere i cittadini e per rispettare l’impegno preso con la comunità di Caivano, il ministro sarebbe andato perfino a piedi». E allora Rfi autorizza il capotreno alla fermata straordinaria per Ciampino.

La conferma di Trenitalia

Trenitalia conferma: dopo la ripartenza da Termini è stata in effetti disposta la fermata alla stazione di Ciampino. Lì sono scese le istituzioni presenti a bordo. Che così avrebbero potuto fare fronte agli impegni istituzionali. La possibilità è prevista dal regolamento delle Ferrovie dello Stato. E, secondo Trenitalia, non ha prodotto ritardi per i passeggeri.

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