Israele, il governo dà l’ok all’accordo sugli ostaggi. Hamas darà oggi i nomi dei 10 prigionieri che libererà domani

Il partito-milizia afferma che la tregua con Tel Aviv entrerà in vigore giovedì alle 10. Hezbollah: «Ci uniremo al cessate il fuoco»

Nella notte il gabinetto dell’esecutivo di Benjamin Netanyahu ha approvato – dopo oltre sette ore – l’accordo per il rilascio di 50 ostaggi israeliani nella mani di Hamas a Gaza, in cambio della liberazione di 150 detenuti palestinesi. Secondo le prime informazioni saranno rilasciati 30 bambini, otto madri e altre 12 donne, detenute in quattro giorni di tregua militare. Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, alla radio dell’Idf, ha fatto sapere che «il processo di liberazione dei prigionieri» del partito-milizia «inizierà domani». Diversamente da quanto ipotizzato in precedenza, l’accordo non entrerà in vigore prima di venerdì, come confermato dal consigliere della sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi. Quest’ultimo precisa inoltre che Israele avrebbe già indicato ad Hamas una lista dei circa 100 nomi di prigionieri israeliani. Mentre nell’elenco dei detenuti palestinesi che Tel Aviv dovrebbe rilasciare figurano 300 nomi di donne e di minorenni, fra cui saranno scelti quanti saranno liberati (150), figurano – secondo la radio pubblica Kan – sostenitori di Hamas, al-Fatah, Fronte popolare e Jihad islamica.


L’attenzione della stampa si è concentrata su alcuni nomi, tre in particolare: Asraa Jabas (38 anni), condannata a 11 anni per aver fatto esplodere una bombola di gas a un posto di blocco di Gerusalemme; Hanan Barghuti (59 anni), definita come una «fiancheggiatrice di terrorismo»; Atef Jaradat (50 anni), madre di un attentatore palestinese, condannato per omicidio, che nascose l’arma del delitto. L’accordo raggiunto – ha precisato il premier israeliano – oltre al rilascio, include visite della Croce Rossa agli ostaggi che non sono stati rilasciati e la fornitura di medicine. E ha precisato inoltre che questo non significa la fine dell’operazione militare su Gaza. «Siamo in guerra e continueremo finché otterremo la distruzione di Hamas, il ritorno degli ostaggi e la rimozione di ogni minaccia» dalla Striscia, aveva detto il primo ministro all’inizio della seduta del governo convocata per votare l’accordo sugli ostaggi. Nel frattempo, fonti di Hezbollah hanno riferito ad Al Jazeera che si uniranno «alla cessazione dei combattimenti»


300 camion di aiuti e carburante

In cambio Israele rilascerà 150 detenuti nelle carceri, per lo più donne e bambini. Altre fonti indicano la durata del cessate-il-fuoco in quattro giorni. L’intesa prevede anche l’ingresso a Gaza di 300 camion di aiuti al giorno e carburante. Tra gli ostaggi ci sono tre cittadini americani, tra cui «un bambino». Ovvero la piccola Abigail, che ha 3 anni e mezzo e la doppia cittadinanza israeliana e statunitense. Il portavoce militare Jonathan Conricus ha fatto sapere che l’esercito israeliano rimarrà «vigile» durante la tregua e che la sfrutterà per prepararsi alle «operazioni future». «Una volta attuato l’accordo sugli ostaggi, continueremo a smantellare Hamas rispettando il diritto umanitario sul campo». Un alto funzionario Usa in un briefing con i giornalisti ha detto che gli Stati Uniti si aspettano il rilascio di più di 50 ostaggi di Hamas in un secondo momento.

«Tregua umanitaria»

L’accordo potrebbe includere uno stop di sei ore quotidiano ai voli di sorveglianza di Israele su Gaza. L’implementazione inizierà «circa 24 ore» dopo l’annuncio di un accordo da parte del Qatar, ha detto il funzionario. Gli ostaggi verranno trasportati «in diversi luoghi», secondo quanto deciso durante i negoziati. L’agenzia di stampa Agi riporta una dichiarazione di Hamas: «Le disposizioni di questo accordo sono state formulate secondo la visione della resistenza e dei suoi fattori determinanti che mirano a servire il nostro popolo e ad aumentare la sua fermezza di fronte all’aggressione». L’organizzazione radicale parla di una «tregua umanitaria». Il ministero della Giustizia di Israele ha pubblicato una lista di 300 detenuti palestinesi che sono candidati per il rilascio dalle carceri in base all’accordo Da ora scattano le 24 ore in cui chi lo ritiene può opporsi al rilascio e fare ricorso alla Corte Suprema. I giudici decideranno in breve tempo se dare l’ok od opporsi al rilascio.

Il presidente

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto soddisfatto per l’accordo. Poi ha ringraziato «lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani del Qatar e il presidente Abdel-Fattah al-Sisi dell’Egitto per la loro collaborazione nel raggiungimento di questo accordo». E ancora: «Abbiamo visto i primi risultati di questo sforzo alla fine di ottobre, quando due americani si sono riuniti ai loro cari. L’accordo di oggi dovrebbe riportare a casa altri ostaggi americani e non mi fermerò finché non saranno tutti rilasciati». Secondo Al Jazeera la maggior parte dei palestinesi che si trova in carcere in Israele è trattenuta secondo leggi che consentono la detenzione senza processo. Prima del 7 ottobre erano circa 5.200. Da allora la polizia e l’esercito ne hanno arrestati almeno altri 3 mila nei raid sulla Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Almeno 145 sono bambini, ci sarebbero anche 95 donne.

Foto copertina da: Times of Israel

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