Il film di Cortellesi e i soldi (mancati) dal ministero della Cultura, Franceschini: «Non decisi io lo stop». Ma Sangiuliano rilancia

La decisione di non assegnare i contributi a C’è ancora domani risale al 6 ottobre 2022, prima dell’insediamento del governo Meloni, ma fu presa dalla Commissione tecnica. L’attuale ministro: «Con me le cose sarebbero andate diversamente»

Lo stuolo di esponenti di Fratelli d’Italia è partito all’attacco di Dario Franceschini. Se ne contano tantissimi: i deputati Amorese, Antoniozzi, Cangiano, Foti, Roscani e i senatori Malan e Marcheschi, tra gli altri. Ognuno con una sua nota, prende di mira il predecessore di Gennaro Sangiuliano nel governo Draghi per aver giudicato inidoneo il film di Paola CortellesiC’è ancora domani, alla ricezione di fondi ministeriali per le opere cinematografiche. La questione era stata sollevata da Alberto Pasquale, presidente di Umbria Film Commission. E diversi giornali non hanno esplicitato nei titoli che la decisione di non assegnare i contributi risale al 6 ottobre 2022, quando il governo Meloni doveva ancora insediarsi. Dopo la nota ministeriale atta a deresponsabilizzare Sangiuliano, è lo stesso membro del governo a ricorrere ai social per scaricare la colpa sul suo predecessore.


Lo fa pubblicando sui social un estratto della rassegna stampa di Rosario Fiorello, su Rai 2. A corredo del video, scrive: «Fiorello a Viva Rai 2, con onestà intellettuale e precisione, ha evidenziato che il parere negativo ai finanziamenti al film C’è ancora domani non appartiene all’attuale ministero. Mentre molte testate puntano ad un titolo evidentemente ghiotto, Rosario racconta la verità». È una precisazione che non trova d’accordo Franceschini. Anzi: l’esponente del Partito democratico si dice «preoccupato» per le dichiarazioni fatte da Sangiuliano sul tema. «Ho trovato splendido il film di Cortellesi, ma il compito di un ministro è solo tutelare l’autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise. Un ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo».


«Stupefatto e preoccupato»

E ancora, prosegue la nota, «ho letto stupefatto e preoccupato le affermazioni del ministro Sangiuliano: se fosse dipeso da me sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate», per poi aggiungere che «per fortuna» sarà presto nominata una nuova commissione. «Piuttosto, sono orgoglioso che grazie al meccanismo automatico del tax credit introdotto dalla nuova legge sul cinema, il film di Cortellesi sia stato realizzato anche grazie a un contributo del ministero di oltre 3 milioni di euro». Il tentativo di Franceschini di spiegare tecnicamente quanto (non) incida il ministro della Cultura sul lavoro della commissione ad hoc, tuttavia, resta inascoltato. Dopo la pubblicazione del suo comunicato, un altro senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, si aggiunge alla lista dei detrattori: «Questa bocciatura non è arrivata dal ministro Sangiuliano, ma dall’allora ministro Franceschini, ed è facile intuirne la motivazione politica e demagogica».

Leggi anche: