Il film di Cortellesi al Senato: sala vuoticcia e pochi commenti. Il messaggio della regista (che La Russa non ha letto): «Educare i bambini nelle scuole»

La Russa di poche parole: «La cosa più importante è vederlo, è molto bello»

Il chiacchiericcio diceva che Giorgia Meloni sarebbe arrivata alla proiezione del film di Paola Cortellesi C’è ancora domani, organizzato dal presidente del Senato, Ignazio La Russa proprio subito dopo la fine del “premier” time di palazzo Madama. Gli orari deponevano a favore, appuntamento alle 16.15 giusto giusto l’orario previsto per la fine delle interrogazioni con risposta del premier, che hanno tempi stabiliti dal regolamento e facilmente calcolabili. Quando si sono spente le luci della sala Koch, però, della premier non c’era traccia. Qualcuno sibila che l’abbia fatto per evitare i tanti giornalisti presenti e qualche domanda irritante sul treno fermato dal ministro Francesco Lollobrigida, altri spiegano che non c’era motivo di presenziare visto che il film, Meloni, l’ha già visto. Fatto sta che la sala, non enorme, era comunque piuttosto vuota. In prima fila, da un lato, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio; la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella e il responsabile dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Dall’altro, Ignazio La Russa che apre le danze con un brevissimo discorso a favore di telecamera. «La proiezione di questo film è un ulteriore omaggio dei senatori e delle senatrici in vista della ricorrenza della giornata contro il femminicidio. Ringrazio per questo la regista, che è anche attrice nel film». E poi via: «Siamo in ritardo mettiamoci alla cosa più importante, alla vista del film». Anche Paola Cortellesi ha deciso di non partecipare, inviando invece un messaggio a tutti i senatori.


Il messaggio non letto

E qui c’è il piccolo incidente che il presidente del Senato ha spiegato con la fretta: secondo il programma diffuso in mattinata il messaggio della regista ai senatori sarebbe stato letto dallo stesso La Russa. Invece la lettura non c’è stata e neppure la diffusione urbi et orbi ai singoli senatori. Il testo alla fine salta fuori, grazie all’Adnkronos, e scorrendolo viene il dubbio che un motivo per non leggerlo ci fosse, visto che non tutti nella maggioranza concordano sul tema (anche se proprio su questo Meloni e la leader del Pd Schlein hanno concordato una linea comune): «Da comune cittadina – scrive Cortellesi dopo i ringraziamenti di rito – auspico che, al di là degli schieramenti politici che rappresentate, saprete procedere uniti per far sì che le nuove generazioni ricevano, lungo tutto il percorso scolastico, un’adeguata formazione all’affettività e al rispetto, affinché imparino sin da piccoli che amare non significa possedere, e la violenza maschile sulle donne cessi di essere l’indegno fenomeno sociale che ogni giorno affligge il nostro paese».


Presenti e assenti

Tra le file si nota la presenza di Martina Semenzato, presidente della bicamerale sul femminicidio e di Arianna Meloni. Qualche parlamentare sparso, Anna Rossomando del Pd e Maria Eugenia Castellone dei Cinque stelle accanto al presidente, alcuni studenti, un gruppo di giornalisti che lentamente si assottiglia. La scelta simbolica di La Russa c’è, ma l’effetto è un po’ quello registrato in senato il giorno prima, mercoledì, quando durante la discussione generale per l’approvazione definitiva del testo di legge che rafforza la norme sulla violenza di genere l’aula era quasi vuota (specialmente tra i banchi del centrodestra).

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