“C’è ancora domani”, così il ministero ha negato i fondi al film di Paola Cortellesi: «Non è di qualità»

L’accusa del presidente di Umbria Film Commission. La replica: ma ha avuto il tax credit

Il film di Paola Cortellesi C’è ancora domani è arrivato a venti milioni di euro di incassi. L’opera che ha visto l’attrice anche nelle vesti di sceneggiatrice e regista è arrivata al terzo posto degli incassi del 2023, dopo Barbie e Oppenheimer. Ed è 22esima negli incassi di tutti i tempi per i film italiani. Eppure il ministero della Cultura ha negato i fondi all’opera. Ritenendola «di scarso valore». A raccontarlo è stato Alberto Pasquale, presidente di Umbria Film Commission. Secondo il quale «il progetto si è classificato al 51mo posto, l’ultimo, in quanto “Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale”». La decisione risale al 6 ottobre 2022.


L’ultimo posto?

Repubblica spiega oggi che il film faceva parte di una sottocategoria speciale tra i 51 film in gara per ottenere i soldi del ministero. Ovvero le opere con un costo superiore a 5 milioni di euro. Si potevano dare a tre film. E sono stati scelti Rapito di Marco Bellocchio, Comandante di Edoardo De Angelis e Confidenza, non ancora uscito e basato sul romanzo di Domenico Starnone. I primi due hanno preso 630 mila euro, il terzo 350 mila. Quello di Cortellesi, così come quello di Silvio Soldini Le assaggiatrici sono stati esclusi. Per questo, spiegano dal ministero, si trovano agli ultimi posti dell’elenco. «Si può imputare al ministero della Cultura quanto meno poca chiarezza nella comunicazione, non c’è nessun distinguo, nessuna postilla da cui la differenza possa essere dedotta», replica Pasquale.


Il tax credit

Il coordinatore della Commissione che ha scelto i film, Valerio Toniolo, fa sapere che non spetta a loro comunicare con la stampa e decidere il modo in cui si fanno le graduatorie. Mentre dal ministero fanno notare che l’opera ha avuto, grazie al tax credit, un ritorno economico pari a 3,5 milioni di euro. Grazie alla legge sul recupero del credito di imposta. Attualmente la commissione assegna una trentina di milioni di euro, mentre il tax credit arriva a 380 milioni.

La decisione di Franceschini

L’ufficio stampa del ministero della Cultura precisa in una nota che all’epoca il ministro competente era Dario Franceschini. «Le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era ministro. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema», aggiunge la nota. L’attuale ministro Gennaro Sangiuliano fa sapere che «il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l’intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione».

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