13 ostaggi in cambio di 39 detenuti e 200 camion di aiuti umanitari: regge l’accordo Israele-Hamas. Biden: «Solo l’inizio, la tregua duri di più» – I video

Gli israeliani confermano che i primi ostaggi liberati stanno bene. Sabato 25 nuovo round di scambio di prigionieri

Sono stati consegnati alla Croce Rossa e poi agli 007 dello Stato ebraico i primi 13 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dallo scorso 7 ottobre, secondo l’accordo di cessate-il-fuoco entrato in vigore oggi, 24 novembre, che prevede uno scambio con diverse decine di detenuti palestinesi. Il Qatar, tramite il portavoce del ministero degli Esteri, ha fatto sapere che anche Israele ha tenuto fede alla sua parte, rilasciando a seguire 39 tra donne e minori detenuti nelle sue carceri. Oltre ai 13 israeliani – tra cui anche 4 bambini – nel pomeriggio sono stati rilasciati a Gaza anche 10 prigionieri di nazionalità thailandese ed un filippino, tutti lavoratori stranieri sequestrati il 7 ottobre insieme agli israeliani. Le persone liberate oggi erano tutte nel kibbutz di Nir Oz la mattina della strage. Durante gli attacchi, in quella stessa comunità furono prese 75 persone, 13 delle quali bambini. Dopo il rilascio, sono stati portati attraverso il valico di Nitzana dalla Croce Rossa, a circa 20 chilometri di distanza da quello di Rafah, e sono poi stati consegnati alo Shin Bet, i servizi di sicurezza interni dello Stato ebraico. Gli operatori della Croce Rossa hanno confermato che le condizioni di salute delle persone liberate oggi sono buone. Valutazione confermata in serata, pur in via preliminare, dai medici israeliani che li hanno visitati negli ospedali in ci sono stati accolti.


La prossima fase

Domani, sabato 25 novembre, dovrebbe aver luogo la liberazione del secondo gruppo di ostaggi da un lato, e di detenuti dall’altro. In serata il governo israeliano ha fatto sapere di aver ricevuto la nuova lista di 13 rapiti che Hamas si appresta a rilasciare, e che la sta verificando. Il rilascio è previsto per il pomeriggio di domano. Secondo gli accordi, che coprono un arco temporale di 4 giorni, in totale 50 ostaggi ritroveranno la libertà in cambio di 150 prigionieri palestinesi. Ma è inteso tra le parti che la tregua potrebbe allungarsi almeno di alcuni altri giorni se Hamas nel frattempo individuerà altri ostaggi da poter rilasciare, in cambio di detenuti palestinesi sempre in rapporti di 1 a 3. Fonti diplomatiche hanno indicato nei giorni scorsi che si spera di arrivare alla liberazione finale di 80 ostaggi circa in questa fase. Uno scenario su cui spinge fortemente la Casa Bianca, insieme agli altri mediatori internazionali (a partire dal Qatar). «Le chance di estendere la tregua a Gaza sono reali», ha insistito in serata il presidente americano Joe Biden parlando da Nantucket, dopo aver rimarcato che la liberazione odierna di 13 ostaggi «è solo l’inizio», e che nel lungo termine «la soluzione a due Stati è più importante che mai».


Gli aiuti umanitari a Gaza

Nel suo briefing con la stampa Biden ha anche detto di aver chiesto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di «ridurre il numero delle vittime» quando riprenderà la campagna militare israeliana, il cui obiettivo cardine – l’eliminazione di Hamas – resta «legittimo», ha ricordato. Nella giornata di oggi, mentre venivano liberati i due rispettivi gruppi di ostaggi e prigionieri, facevano il loro ingresso dal valico di Rafah anche 200 camion con aiuti umanitari per la popolazione della Striscia. Lo hanno confermato le stesse autorità israeliane.

L’ospedale indonesiano

Prima dell’entrata in vigore il direttore generale del ministero della Sanità di Hamas Mounir Al-Bursh ha detto all’agenzia di stampa Afp che i soldati israeliani hanno condotto un raid nell’ospedale indonesiano. Nel nosocomio ci sono ancora 200 pazienti. L’esercito non ha risposto a una richiesta di conferma dell’agenzia francese. Ma ha precisato che alcune sirene di allarme anti-razzo stavano suonando in un kibbutz ai margini della Striscia di Gaza. Hamas ha confermato la cessazione delle attività militari per quattro giorni. Una fonte egiziana ha detto che una delegazione della sicurezza del paese sarà presente a Gerusalemme e a Ramallah per garantire il rispetto dei patti. Alcuni funzionari di sicurezza israeliani saranno al valico di frontiera di Rafah insieme alla Croce Rossa. Il rilascio avverrà in segreto e lontano dalla stampa.

I sommersi e i salvati

L’israeliana Maayan Zin ha scritto su Twitter dopo aver saputo che le sue due figlie Dafne e Ela non sono nella lista degli ostaggi che saranno rilasciati: «È molto difficile accettarlo per me, anche se sono sollevata per le altre famiglie». Mentre la palestinese Samira Douayyat ha parlato con Afp del possibile rilascio di sua figlia Shouorouk, 26 anni, che dovrà terminare di scontare una pena di 16 anni nelle carceri palestinesi. 33 donne e 267 giovani di età inferiore ai 19 anni sono tra i 300 palestinesi ammissibili al rilascio. Saranno rilasciati in ordine di anzianità di detenzione.

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