Il ministro Lollobrigida e il caso del Frecciarossa: «Io non ho chiamato nessuno, ho solo detto al capotreno se in una di quelle fermate si potesse scendere»

Il colloquio con La Stampa mentre il governo protegge il ministro, inclusa la collega Daniela Santanché

«È per questo che non volevo fare il ministro, ma non mi candido alle Europee». Francesco Lollobrigida, ministro per l’Agricoltura e sovranità alimentare si difende, in un colloquio a La Stampa, mentre si trova a Baveno, sul Lago Maggiore, in un evento organizzato dalla ministra per il Turismo Daniela Santanché. Accusato di aver fermato straordinariamente un Frecciarossa 9519 per evitare un ulteriore ritardo si smarca dalla accuse. La vicenda «non mi turba perché sto facendo bene il mio lavoro e queste persone lo dimostrano». Poi spiega: «Il treno accumulava ritardo su ritardo, alla stazione Termini erano pochi minuti, ma all’improvviso ci hanno deviati sulla linea ordinaria e il tempo stimato saliva. Quando ho visto che erano diventati più di cento minuti e il treno continuava a fermarsi, ho capito che non ce l’avrei fatta ad arrivare a Caivano. Lì mi aspettavano i bambini e i ragazzi di una scuola che fa un lavoro meravigliosa, c’erano i carabinieri che non avrebbero fatto cominciare l’evento». E la richiesta, «io non ho preteso niente, ho soltanto detto al capotreno se in una di quelle fermate si potesse scendere, lui credo abbia chiesto un’autorizzazione, come è normale» . Sì ma lei chi ha chiamato?, chiedono dal quotidiano torinese. «Io non ho chiamato nessuno».


«Sapevo che sarei stato attaccato a prescindere»

«Io non volevo fare il ministro proprio per questo motivo: sapevo che sarei stato attaccato a prescindere, non in quanto Francesco Lollobrigida, ma per attaccare altri». Gli altri, sarebbero la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lollobrigida è il compagno della sorella della premier, Arianna. Non si dimette ma non corre nemmeno alle Europee: «Io non voglio, i risultati al ministero stanno arrivano, nemmeno l’opposizione su questo mi attacca, al massimo dicono che non mettiamo abbastanza risorse, ma ora con questi tre miliardi abbiamo chiuso pure questa polemica mi pare». E a proposito di polemiche chiuse in sua difesa, racconta la Stampa, arriva anche il vicepremier Tajani. Per lui il caso è chiuso, a differenza dell’altro vice; Matteo Salvini, ministro dei trasporti che sottolinea solo come non ci sia alcun problema con la Lega. Tutti a far quadrato attorno a Lollobrigida. Come Daniela Santanchè: «Quando il treno era fermo a Ciampino, hanno aperto le porte e il ministro è sceso assieme a tanti altri passeggeri. Mi risulta che nel 2023 sono state fatte 207 fermate straordinarie sono stati 207 ministri che hanno fatto aprire le porte. Questo non lo so».


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