Oggi a Ferrara è stato il bomba-day: evacuate 12 mila persone per un ordigno della Seconda guerra mondiale

Sul posto sono intervenuti gli artificieri dell’ottavo reggimento Genio guastatori paracadutisti “Folgore” di Legnago

Un cerchio che si estende con un raggio di 685 metri e ha il suo centro nell’ex convento di San Benedetto, a Ferrara. Qui è stata ritrovata una bomba statunitense risalente alla Seconda guerra mondiale. Per disinnescarla, è stato necessario evacuare più di 12 mila ferraresi dalla zona rossa. I cittadini si sono quasi tutti spostati autonomamente, in auto o a piedi, dalle 6 del mattino di oggi, 26 novembre, alle 8.45. Dopodiché, l’ottavo reggimento Genio guastatori paracadutisti “Folgore” di Legnago ha dato il via, alle 9.20, alle operazioni. È stato utilizzato pochissimo, dagli evacuati, il centro di accoglienza allestito negli spazi della Fiera di Ferrara: erano attese 1.600 persone, si sono presentate in meno di 150. Alcuni anziani con problemi di salute, invece, sono stati accompagnati in ambulanza all’ospedale Sant’Anna di Cona, dove è stata sistemata una struttura apposita.


Il disinnesco dell’ordigno

L’ordigno pesa 100 libbre, è stato prodotto negli Stati Uniti ed è rimasto inesploso dopo i bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale. Per rendere innocua la bomba, incastrata al primo piano dell’ex convento, i militari utilizzano un macchinario chiamato “Swordfish”. L’Ansa ne spiega il funzionamento: «Un ugello produce un getto d’acqua mista a sabbia abrasiva ad altissima pressione – 300 bar – che serve a effettuare un taglio circolare senza fare scintille e senza produrre elevate temperature che rischierebbero di innescare la bomba».


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