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Andrea Delmastro si difende: «Sorpreso del rinvio a giudizio, sono fiero di quello che ho fatto» – Il video

29 Novembre 2023 - 21:32 Redazione
L'intervento a Stasera Italia del sottosegretario alla Giustizia dopo la decisione del gup di Roma

«Sono pronto a provare la mia innocenza davanti al giudice ma non mi aspettavo il rinvio a giudizio, come i pm che per due volte hanno chiesto il mio proscioglimento. Andrò a giudizio serenamente». A poche ore dal rinvio a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro interviene negli studi tv di Stasera Italia, il programma di Rete 4. La vicenda riguarda gli atti del Dap relativi alla visita del Pd all’anarchico Alfredo Cospito in carcere, e alla conversazione che questi aveva avuto con un boss in merito al regime di 41-bis. All’epoca l’anarchico stava proseguendo il suo sciopero della fame proprio contro il carcere duro. Quegli atti erano coperti da segreto, e il sottosegretario li passò al collega di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. La Procura aveva chiesto l’archiviazione, ritenendo che Delmastro non fosse consapevole della segretezza dei documenti. La gip aveva invece disposto l’imputazione coatta e ora è arrivata la decisione della giudice per le udienze preliminari di Roma: si andrà a processo il prossimo 12 marzo.

«Straordinariamente fiero del mio operato»

«Sono straordinariamente fiero di non aver tenuto sotto segreto un fatto di gravità inaudita, cioè che terroristi anarchici in combutta con criminali mafiosi tentassero di fare un attacco concentrico al 41 bis», rivendica Delmastro in tv, «lo rifarei domani mattina, italiani hanno diritto di sapere che c’era un attacco al 41 bis». Difendendo la sua scelta, il Sottosegretario ha parlato di una «anomalia» del suo procedimento, perché l’imputato sarebbe «in squadra con i pm», riferendosi alla richiesta di proscioglimento della Procura. «Non ho dato le carte a Donzelli. Ho risposta a un domanda, non mi potevo trincerare dietro una segretezza che non c’era», ha aggiunto, negando di aver violato il segreto d’ufficio ma di aver fatto il suo lavoro, «c’è qualcosa che viene prima: il servizio vero dell’Italia che è l’attacco frontale alla criminalità».

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