Bimbo plusdotato lasciato solo in classe, la madre sentita in Questura: «Nessuno ha chiesto scusa, ora ha cambiato scuola»

L’alunno di 8 anni di Rende, Cosenza, ha trascorso il suo nuovo primo giorno di scuola: «Mi si è stretto il cuore quando sono a andata a prenderlo»

Ha cambiato scuola, avrà nuovi docenti e nuovi compagni di classe. E magari questa volta anche più comprensione e rispetto. È il bambino di otto anni di un istituto di Rende, in provincia di Cosenza, che alcuni giorni fa era stato lasciato solo in classe. Considerato plusdotato e con un quoziente intellettivo superiore alla media, era stato trasferito in un’altra sezione dell’istituto. I genitori dei suoi nuovi compagni avevano deciso di boicottare il giorno scuola per protesta contro questa decisione. Così il bambino era rimasto solo nell’aula, a disegnare per quegli alunni che credeva fossero influenzati. La dirigente scolastica ha assicurato che avvierà un’indagine interna e il ministro Valditara invierà gli ispettori. Il dissidio era nato tra la mamma del bambino e le sue precedenti maestre, che insistevano perché fosse affiancato da un insegnante di sostegno. «La diagnosi di iperattività», ha spiegato la donna, avvocato, «non aveva rappresentato un requisito per il riconoscimento dell’invalidità. Anziché valorizzarlo, l’avevano escluso». Così, quando è stato spostato in un’altra sezione, maestre e genitori hanno organizzato la protesta nel giorno della “Festa della accoglienza” per il suo arrivo, lasciandolo solo in classe. Non rendendosi conto, o non preoccupandosi, che l’unico a rimetterci sarebbe stato il bambino, che è bilingue, suona gli strumenti musicali senza averli studiati ed è bravissimo con i conti.


«Nessuno mi ha chiesto scusa»

Dopo aver alzato la voce per denunciare quanto accaduto, la madre si è rivolta anche alle autorità, come aveva annunciato. E a pochi giorni dal polverone, è stata ascoltata in questura a Cosenza, fornendo la sua ricostruzione di quanto accaduto, dal primo scontro con le maestre all’ammutinamento di classe, organizzato nella chat di WhatsApp. «Quello che mi spiace è che ad oggi nessun genitore ha pensato di fare una telefonata o chiedere scusa», ha detto all’Ansa la donna, a una settimana dall’accaduto, «credo non abbiano realizzato cosa hanno fatto, e questo è ancor più triste». Dopo qualche giorno di riflessione, il bambino è stato iscritto in un nuovo istituto, lontano dalle polemiche, dove è stato accolto festosamente dalle maestre e dai nuovi compagni. «Ha trovato un ambiente allegro e rassicurante», ha spiegato, «sia il corpo docente che i compagni sono stati molto affettuosi, ma lui, quando sono andata a prenderlo all’uscita di scuola, mi ha detto: “Mamma è tutto bello ma ti prego non mi cambiare più scuola”. Mi si è stretto il cuore».


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