Giulia Cecchettin, il racconto dei carabinieri che hanno raccolto la denuncia: la telefonata, il sopralluogo, l’«allontanamento volontario»

A Chi l’ha visto, i militari ripercorrono quanto accaduto la notte dell’11 novembre, con la segnalazione del vicino di casa, e le tappe successive delle ricerche

La segnalazione di un’aggressione la notte dell’11 novembre. La denuncia di scomparsa il giorno dopo, le tracce di sangue in una zona industriale poco distante, la dicitura «allontanamento volontario» nei documenti ufficiali. Di questi e di altri aspetti i carabinieri di Vigonovo hanno parlato alla trasmissione Chi l’ha visto, in merito al femminicidio di Giulia Cecchettin. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori e ammesso da Filippo Turetta, indagato di omicidio volontario, è stato il giovane ad aggredire due volte la studentessa 22enne, a Vigonovo prima e a Fossò poi. Più tardi, si è liberato del corpo in un canalone nella zona del lago di Barcis – ritrovato il sabato successivo – e poi ha iniziato la sua fuga a bordo della Fiat Grande Punto, che lo avrebbe portato prima in Austria e poi in Germania. Dove è stato infine identificato e fermato dalla polizia tedesca una settimana dopo, a bordo strada, in forza di un mandato di arresto europeo. Sono ancora diversi i nodi che devono sciogliere gli investigatori, partendo dalla verifica dell’ipotesi di premeditazione di omicidio. Ma il programma di Rai3 ha posto l’accento sulle prime ore dalla scomparsa dei due giovani, quando ancora non era chiaro cosa fosse successo.


L’«allontanamento volontario»

È l’ufficio stampa del Comando generale dei carabinieri a rispondere ai quesiti della trasmissione di Federica Sciarelli. La sera della scomparsa, sabato 11 novembre, un vicino di casa alle 23.18 ha chiamato il 112 segnalando una lite tra due persone. L’uomo avrebbe visto una persona aggredirne un’altra, poi trascinarla nella sua auto e partire. I militari quella sera non sono intervenuti: negli stessi minuti, ricevono altre due segnalazioni, una rissa in un bar e un litigio in seguito a un incidente. La mattina successiva, Gino Cecchettin si presenta in caserma per denunciare la scomparsa di sua figlia Giulia, di 22 anni: la sera precedente era uscita con l’ex fidanzato e non era più tornata a casa. Allora perché sul verbale viene segnato come allontanamento volontario? È una dicitura «riportata in un documento con voci predefinite, è stata “barrata” all’inizio della denuncia e successivamente non modificata», spiega l’Arma, «ciononostante la denuncia riporta correttamente, nel campo libero, tutte le indicazioni fornite dal padre comprese le apprensioni per l’incolumità della figlia». Le quali vengono prese subito sul serio, come spiegano ancora i militari: «Tutte le attività poste in essere sono coerenti con un episodio di scomparsa con rischio per l’incolumità della persona», come «la richiesta di positioning del telefono della giovane e del suo ex fidanzato, i contatti con gli ospedali della zona, la nota di ricerca inserita alle banche dati Sdi e Schengen, la richieste alle Polizie Locali della zona e alla Società Autostrade dei transiti dei veicoli, l’invio immediato di rinforzi per le ricerche».


La segnalazione al 112

L’Arma torna poi sulla segnalazione al 112 dell’11 novembre sera, e spiega come è stata messa in correlazione con la denuncia successiva di scomparsa. Quella conversazione. è stata registrata ed è ora a disposizione della Procura che sta indagando sull’omicidio. «Il collegamento tra i due fatti», spiegano i militari, «è avvenuto dopo che il padre della giovane, recatosi alle 13.30 del 12 novembre presso la Stazione Carabinieri di Vigonovo per denunciare la scomparsa della figlia, ha pubblicato un post social per chiedere aiuto nelle ricerche, venendo così successivamente contattato da un cittadino di Vigonovo, residente poco distante dall’abitazione di Giulia, che gli riferisce di essere stato testimone di una lite tra due persone la sera prima e di aver chiamato il 112». Gino Cecchettin ha quindi riferito questo episodio ai carabinieri, che sono risaliti alla chiamata della sera precedente, associandola «alla scomparsa, acquisendo formalmente la testimonianza del cittadino». Quella sera stessa, domenica 12 novembre, hanno effettuato un sopralluogo nel parcheggio di via Aldo Moro, a Vigonovo, dove era stata segnalata la lite. E qui hanno trovato e repertato le tracce di sangue. Poi sono proseguite le ricerche a Fossò, dove è stato agganciato per l’ultima volta il cellulare della giovane e più avanti nell’area del lago di Barcis, dove è stato ritrovato il corpo di Giulia.

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