Sciopero dei treni per l’incidente in Calabria, Salvini: «Scene indegne e inaccettabili nelle stazioni italiane»

I lavoratori del settore ferroviario hanno incrociato le braccia dopo lo scontro sulla linea Corigliano-Rossano nel quale sono morte due persone

Uno sciopero dei treni d’urgenza per protestare contro le condizioni di sicurezza sul lavoro, dopo la morte di due persone sulla linea Corigliano-Rossano, nel Cosentino. Lo stop di 8 ore, dalle 9 alle 17 di giovedì 30 novembre e proclamato appena il giorno prima, ha causato la cancellazione dei treni ragionali lungo tutta la penisola, mentre l’Alta Velocità ha registrato ritardi fino a 60 minuti. Lo sciopero era stato proclamato dopo l’incidente ferroviario in località Thurio in cui è morto un capotreno e l’autista del camion che era rimasto bloccato sui binari. «Un’adesione altissima con punte fino al 100 per cento delle ferroviere e dei ferrovieri dipendenti da tutte le aziende ferroviarie italiane», hanno detto con soddisfazione le sigle sindacali, «conferma che la categoria non è più disponibile a rischiare la vita per il mancato adeguamento e ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie e stradali», scusandosi poi per i disagi ai pendolari e ai viaggiatori. Ma alla soddisfazione dei sindacati, ha risposto con durezza il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, intenzionato a proseguire la sua politica del pugno duro contro le iniziative dei rappresentanti dei lavoratori. «Per rispetto di chi ha perso la vita sul lavoro non siamo intervenuti, come invece successo recentemente, ma è chiaro che il sacrosanto diritto alla mobilitazione non può cancellare quello di milioni di cittadini che devono viaggiare», ha tuonato il vicepremier, «la giornata di oggi rende ancora più evidente che scioperi di troppe ore hanno ricadute pesantissime sulle vite di troppe persone incolpevoli. Lo trovo intollerabile. È mia precisa intenzione, in futuro, fare di tutto affinché simili scene non si ripetano anche se auspico che i sindacati evitino iniziative irragionevoli»


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