Elezioni europee, il meloniano Fidanza e gli alleati di Salvini: «A loro servirebbe una svolta di Fiuggi»

C’è fermento per la riunione di Identità e democrazia che si terrà domenica prossima a Firenze. Incontro al quale i conservatori non sono stati invitati

«Non ci hanno invitati, ma non c’è nessuno sgarbo. È normale che sia così: anche ai nostri aventi non prevediamo la presenza di partiti che non fanno parte del gruppo». Carlo Fidanza, capodelegazione dei Conservatori all’Europarlamento, derubrica così il mancato invito di Matteo Salvini alla convention di Firenze. Domenica 3 dicembre, il segretario della Lega ha riunito – chi a distanza, chi in presenza – i leader del gruppo Identità e democrazia. Fidanza, a colloquio con Il Foglio, prende atto che l’evento «casca a fagiolo, poiché hanno un risultato importante da festeggiare». Ovvero, la vittoria del sovranista Geert Wilders nei Paesi Bassi. Anche il suo partito fa parte del gruppo Identità e democrazia, il quale è dato in forte ascesa nei sondaggi. Nonostante il vento in Europa spiri a favore delle destre, al momento è complicato immaginare che si formi una maggioranza senza i socialisti, visto che il Partito popolare ha già detto di non avere intenzione di allearsi a partiti come quello di Marine Le Pen o al tedesco Alternative für Deutschland. Secondo Fidanza, le ritrosie dei popolari non sono «un bel servizio alla democrazia, poiché demonizzano il 20% dei tedeschi e il 30% dei francesi». Ma, ammette, «è certo che ci sono posizioni interne e scelte geopolitiche non negoziabili. Altrimenti finiamo a rincorrere anche l’ultradestra bulgara, che sta intorno al 20% e, però, è dichiaratamente filoputiniana». Per questo Fidanza invita a «guardare con favore al processo di costituzionalizzazione di una parte dell’ultradestra». A mo’ di esempio, sostiene che «il Wilders di domani non sarà lo stesso Wilders di ieri». Il capodelegazione dei conservatori, comunque, prova a dare un consiglio agli esponenti di Alternative für Deutschland, che «su alcuni punti pongono dei limiti insormontabili». Ovvero, «diciamo che avrebbero bisogno anche loro di una specie di Svolta di Fiuggi, che però non credo sia all’ordine del giorno».


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