Bologna, arrivano i container rossi per la Garisenda. Il sindaco: «Non meno di 20 milioni e 10 anni di lavori come a Pisa»

Matteo Lepore ha parlato del restauro della torre in un incontro in comune: «Non faremo interventi di piccolo cabotaggio»

Entra nel vivo il piano di messa in sicurezza della Torre Garisenda, che di Bologna è il simbolo insieme alla sorella Asinelli, e che nelle ultime settimane ha destato forti preoccupazioni per le sue condizioni. L’obiettivo di tutti è evitare il crollo della torre medievale con un’opera di restauro profondo, che richiederà tempo e denaro. E nel frattempo, tutta l’area attorno al monumento andrà messa in sicurezza, per ridurre al minimo le conseguenze nel caso in cui si realizzasse l’esito peggiore. «Credo che non spenderemo meno di 20 milioni di euro, forse anche di più», ha spiegato il sindaco Matteo Lepore in un incontro in Comune, «quelli che faremo non saranno interventi di piccolo cabotaggio». Poi un passaggio sui tempi del restauro, ancora incerti considerato che bisogna ancora stabilire la strategia di intervento, identificare le esatte cause e trovare una cura. «Per la torre di Pisa ci sono voluti dieci anni per l’intervento e il progetto. Non abbiamo elementi per dire che ci metteremo di meno», è il giudizio del sindaco, che ha anche presentato la squadra di esperti che si occuperanno della messa in sicurezza della Garisenda.


Il team per la messa in sicurezza

Nel team coordinato dall’ingegnera Raffaela Bruni c’è l’ex rettore dell’università Alma Mater Studiorum, Francesco Ubertini, professore ordinario di Scienza delle costruzioni presso la Scuola di Ingegneria e Architettura. Ubertini è anche direttore del Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, dei Trasporti, delle Acque, del Rilevamento, del Territorio e del Dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei Materiali, nonché presidente di Cineca, Consorzio Interuniversitario e presidente di Ifab, International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development. Nel team c’è anche Massimo Majowiecki, professore di Ingegneria Strutturale a Bologna, che con lo studio di progettazione strutturale da lui fondato si è occupato anche della copertura di Piazza Italia alla Fiera di Milano, della copertura del Palazzo dello Sport di Atene, dello Stadio delle Alpi di Torino e della copertura dello Stadio Olimpico di Roma. Lavorerà insieme a Nunziante Squeglia, del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Pisa, docente di Geotecnica e del corso su Pali di fondazione, e che si è occupato del progetto di Salvaguardia e Stabilizzazione della Torre di Pisa.


La raccolta fondi e i container

I primi container rossi che formeranno una cintura intorno alle Due Torri arriveranno giovedì 7 dicembre mattina, a partire dalle 6.30. Il lunedì successivo arriveranno altri moduli, necessari a chiudere l’anello che verrà costruito in questa prima fase. I container serviranno a proteggere la popolazione e gli edifici circostanti nel caso di crolli o distaccamenti di detriti. La cintura è formata da moduli metallici, zavorrati, ancorati al terreno e tra loro, ma la funzione contenitivia sarà garantita anche da reti metalliche paramassi con sistemi di pretensionamento. Questa fase costerà circa 4,2 milioni di euro, già stanziati dal Comunie di Bologna, e durerà fino a febbraio. Nella seconda fase della messa in sicurezza, verrà posata una struttura di metallo che avrà la funzione di contenere la torre e il suo cantiere, da realizzare entro l’estate. Per questa opera saranno necessari più di 4 milioni di euro. Uno degli obiettivi della amministrazione è quello di reperire i fondi necessari alla realizzazione del cantiere e dei successivi lavori. Il Comune sta aspettando il via libera del governo per accedere a 5 milioni di euro di fondi dal Pnrr, che verranno stanziati a rimborso – quindi verranno anticipati dalla città. Ma prosegue anche la raccolta fondi per coinvolgere la cittadinanza a contribuire ai lavori, a partire dalle imprese del territorio. Secondo Lepore sono già stati promessi dalle aziende 1,5 milioni di euro. Piquadro donerà 100mila euro, anche Zanichelli contribuirà, avendo «preferito non divulgare la cifra donata, molto generosa», e altri gruppi hanno fatto promesse di versamento di 250mila euro, con alcuni imprenditori che «a livello personale» hanno promesso cifre anche più alte.

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