Venezia ancora nel mirino degli ambientalisti: Canal Grande si colora di verde – Le foto

Si tratta degli attivisti di Extinction Rebellion: solo pochi giorni fa Ultima Generazione aveva lanciato fango e polvere di cacao sulla Basilica di San Marco

Venezia torna a essere lo scenario della protesta dei gruppi ambientalisti a pochi giorni dal lancio di fango e polvere di cacao contro la Basilica di San Marco per mano di Ultima Generazione. Questa volta sono le acque della laguna le protagoniste della dimostrazione. Gli attivisti di Extinction Rebllion hanno liberato nel Canal Grande delle sacche di fluoresceina, una sostanza innocua, un “liquido tracciante” che viene immesso nelle tubature o negli scarichi per segnalare perdite d’acqua. E così l’acqua si è colorata di un verde acceso, così come era successo lo scorso maggio, sebbene in quel caso non fu rivendicato dagli ambientalisti. Mentre la fluoresceina tinteggiava l’acqua, un gruppo di attivisti si è calato dal celebre ponte di Rialto con corde e imbracature, srotolando uno striscione sul quale vi era scritto: «Cop28: mentre il governo parla noi appesi a un filo», un riferimento alla conferenza sul clima in corso in questi giorni a Dubai.


La rivendicazione

Presto sui profili social del gruppo sono state pubblicate le foto e diffuso un comunicato per rivendicare il gesto. «Siamo tutti appesi a un filo. Sappiamo che il nostro futuro è in pericolo, e che non sta venendo fatto nulla per proteggerlo», scrivono gli attivisti, criticando aspramente l’andamento dei lavori della Cop28, tra sparate contro il cambiamento climatico e sponsor dei combustibili fossili, «il cambiamento climatico sta già avendo impatti disastrosi sul territorio italiano, la scienza ci dice che sarà sempre peggio e, davanti a questa catastrofe, la politica continua a perdere tempo in farse». Durante le numerose conferenze, è stato anche presentato un rapporto che vede crollare l’Italia di 15 posizioni nella classifica delle performance climatiche. Dopo le critiche al paese ospitante della conferenza, gli Emirati Arabi Uniti, «uno Stato la cui economia si regge sul petrolio» – e non va tanto meglio il prossimo anno, quando si terrà in Azerbaigian – l’appello si conclude: «Le Cop hanno fallito e la politica non farà nulla per fermare la crisi in corso. Ci ribelliamo davanti a questa inazione, non possiamo restare in silenzio mentre il nostro futuro viene svenduto alle industrie del fossile. Chiediamo al governo di agire ora per ridurre le emissioni, e continueremo a ribellarci finché non sarà costretto a farlo».


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