Querelato da Elena Cecchettin, il consigliere veneto Valdegamberi: «Non le ho mai dato della satanista. Il patriarcato? Una cavolata»

Per il politico: «un conto è querelare un’offesa, un altro è querelare un’idea»

Elena Cecchettin ha deciso, in accordo con il legale di famiglia, di querelare Stefano Valdegamberi per diffamazione dopo le accuse (infondate) di satanismo. E ora in una nota, pubblicata sul sito del consiglio regionale del Veneto, il consigliere prova a difendersi ancora una volta: «Dovrei convincermi che viviamo in una società patriarcale ove gli uomini sono tutti cattivi potenziali stupratori e le donne tutte buone? Dovrei sentirmi in colpa e scusarmi pubblicamente per il semplice fatto di essere un uomo? Dovrei credere che i simboli e i messaggi satanisti riportati dai social sono messaggi edificanti e per nulla pericolosi? Credo che offenderei la mia coscienza ed è un dovere civico, soprattutto da politico, dissentire, sempre nel rispetto della libertà di tutti, prendendo atto che questa ideologia sul patriarcato si coltiva da tempo nel mondo femminista presso alcune università», scrive Valdegamberi secondo il quale «tutto diventa chiaro quando il giorno dopo la stessa querelante ha dichiarato, cosa legittima, di fare politica e di voler impegnarsi ancor di più per il futuro per portare avanti queste idee».


E poi ancora: «Criticare il pensiero altrui non significa criticare le persone: io non ho mai detto che lei è una satanista ma solo che non accetto come modello le comunicazioni con simboli blasfemi e satanici. Cosa dovrei dire, invece, – continua – dei messaggi di morte, delle bestemmie e delle offese che ho ricevuto io in questi giorni da chi professa le sue stesse ideologie? Sono le nuove preghiere della cultura anti-patriarcale? Basta al pensiero ideologico unico, imposto con forza a reti unificate. Basta alle minacce e agli attacchi a chi esprime opinioni diverse. Non è seminando diffidenza, sospetto, odio tra uomo e donna che risolviamo i problemi. È la mancanza di valori trasmessi dalla società e dai genitori ai figli il problema. Ci rendiamo conto quali sono i modelli sociali? Edonismo e utilitarismo ovunque. Altro che patriarcato! Basta alle strumentalizzazioni del dolore per inculcare ideologie a partire dalle scuole!», conclude. 


«Il patriarcato non esiste»

Nella giornata di oggi, 12 dicembre, Valdegamberi ha inoltre rilasciato un’intervista a Tag24 Unicusano dove ha ribadito di essere rimasto sorpreso dalla notizia della querela, che «diventerà reale quando arriverà la notifica», dice. Ma «un conto è querelare un’offesa, un altro è querelare un’idea. Io credo che come politico – continua il consigliere – ho il diritto e il dovere di dissentire». Ancora una volta, Valdegamberi torna sull’esistenza del patriarcato che «a mio avviso – ribadisce – non esiste». Il focus della questione per il consigliere è «la mancanza di valori, di punti di riferimento, e l’assenza di una figura paterna forte in grado di dire di no», afferma il consigliere che aggiunge: «Ho grande rispetto e mi dispiace per quello che è successo e per la famiglia. Però, non posso transigere: in un momento con i riflettori nazionali puntati addosso, su un’ideologia che nel giro di qualche giorno entra nelle scuole, venga assunta come verità, che un capo di partito dica “mi scuso di essere uomo“, altri stanziano soldi. Già si parla di corsi per la rieducazione contro il patriarcato, mi sembrano tutte cavolate. Invece, il problema sta in un’altra direzione. Io l’ho posto in tema politico, in un momento, capisco, delicato. Nel frattempo, non erano altrettanto delicati i messaggi che si facevano strada», conclude.

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