Dalla Puglia alla Basilicata, la rivolta dei Comuni designati per il deposito di scorie nucleari: «Si faccia altrove»

Fioccano le proteste dopo la pubblicazione delle 51 aree idonee da parte del Mise: 20 di esse sono in provincia di Viterbo

È già rivolta da parte di molte amministrazioni locali contro il governo a poche ore dalla pubblicazione dell’elenco delle 51 aree considerate idonee per ospitare il futuro deposito nazionale delle scorie nucleari. Alcune Regioni si sono ritrovate con una lunga serie di località idonee secondo i criteri tecnico-scientifici individuati dal Mise: in primis il Lazio, con ben 20 aree considerate “promettenti” (nel Viterbese), quindi la Basilicata con 10 e la Sardegna con 8. Non sono tardati a emergere i mugugni. «La Regione Basilicata ribadisce il proprio no all’individuazione in territorio lucano dei siti per i rifiuti radioattivi. La nostra posizione non cambia e non cambierà», ha messo in chiaro a stretto giro l’assessore all’Ambiente e all’energia della Regione, Cosimo Latronico. «Sono sicuro che, come ha già detto il Ministro Pichetto Fratin, saranno individuati quei Comuni che hanno già manifestato la propria disponibilità a ospitare tali depositi». Riferimento neppure troppo velato in primis al Comune di Trino, il cui sindaco, il leghista Daniele Pane, nelle scorse settimane si è fatto avanti pubblicamente per ospitare nel suo municipio il futuro deposito. «La Basilicata non può diventare la discarica nazionale di scorie nucleari», ha fatto eco all’assessore l’ex ministro Pd Enzo Amendola. Mentre dalla vicina Puglia è il sindaco di Altamura Vitantonio Petronella a respingere la designazione delle aree di confine tra le due Regioni al mittente: «Il nostro Comune con atti deliberati nel precedente mandato amministrativo, le Regioni Puglia e Basilicata, oltre ai comitati appositamente costituiti, hanno presentato delle osservazioni con cui hanno dichiarato che il nostro territorio non è idoneo per un’installazione così impattante. Ci sono Comuni italiani che si sono candidati per realizzare il deposito nazionale. Si persegua questa strada», attacca Petronella.


Timori sardi

Quanto ai siti designati in Sardegna, sono ancora le forze di opposizione – dal Pd all’Alleanza Verdi e Sinistra a andare all’attacco: «No grazie, le scorie nucleari non le vogliamo nella nostra isola. Dopo l’inerzia e i disastri di questi anni il presidente della Giunta sardo-leghista Solinas non esponga la nostra terra per i depositi delle scorie. Ci aspettiamo serietà e lealtà verso il popolo sardo», dichiara la deputata di Avs Francesca Ghirra. Mentre dal Pd il Silvio Lai ironizza sul «regalo di Natale ai sardi» dai governi nazionale e regionale, specialmente ai cittadini delle province di Oristano e Sud Sardegna dove si trovano 8 dei 51 siti idonei. «Non sappiamo quale siano stati i criteri di selezione. Certamente a Sardegna ha detto no con tutti i suoi comuni ad ospitare il sito preferendo l’inserimento alternativo dell’Einstein Telescope. Come Pd siamo con tutti i sindaci che unanimemente hanno detto no scegliendo un percorso di sviluppo diverso e senza nuove servitù».


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