Filippo Turetta, il compleanno in carcere: «Potrà guardare la tv e usare la PlayStation, sarà un giorno come gli altri»

L’omicida reo confesso di Giulia Cecchettin e il regime identico agli altri detenuti: «Niente agevolazioni»

Oggi, 18 dicembre, Filippo Turetta festeggerà il suo compleanno in carcere. Il ragazzo che ha confessato l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin compie 22 anni. Turetta si trova nella casa circondariale di Montorio Veronese. Nell’infermeria, dove si trova con una ventina di carcerati, e non nell’ala psichiatrica sperimentale che lo aveva accolto nei primi giorni di reclusione italiana dopo la cattura in Germania. Ora è in compagnia di un altro adulto. Intanto la Fiat Grande Punto è arrivata ieri sera a Parma. Nella vettura sono stati trovati anche i suoi guanti e lo zaino, il coltello con lama di 12 centimetri e un cellulare, forse appartenuto proprio a Giulia. La procura di Venezia disporrà gli accertamenti irripetibili. Che potrebbero iniziare dopo Natale.


Un giorno come gli altri

Il Gazzettino racconta che Turetta nel carcere è schivo con gli altri detenuti: «Chi lo ha incontrato, dice che fa fatica a sostenere lo sguardo e si vergogna molto», sostiene radio carcere. Nel giorno del suo compleanno non ci saranno strappi alle regole di un regime identico a quello dei detenuti: «La popolazione carceraria non avrebbe acconsentito ad agevolazioni di favore rispetto ad altri». Anche il suo compleanno sarà quindi un giorno come gli altri. Turetta potrà guardare la televisione e giocare con la PlayStation: «Quella è l’unica sezione di Montorio dov’è installata la console per i videogiochi», spiegano al quotidiano fonti informate. «Un solo apparecchio per tutti in una saletta, ovviamente, non dentro la sua cella». Non è escluso che i genitori vengano a visitarlo. Per Nicola ed Elisabetta sarebbe il secondo colloquio dopo quello del 3 dicembre.


A Torreglia

Intanto a Torreglia, cittadina natale di Turetta e dove vivono ancora il padre Nicola, la madre Elisabetta Martini e il fratello, di lui non vorrebbero sentire parlare più. «Non mi importa che domani sia il suo compleanno, come non importerà nessuna altra notizia sul suo conto. Non voglio neanche ricordare di averlo conosciuto», dice al quotidiano un abitante della zona. Il primo cittadino Marco Rigato dice che il paese vuole andare avanti: «Senza dimenticare il dolore e la vicinanza alla famiglia e agli amici, siamo una comunità che vive ogni giorno di esperienze positive». Nei giorni scorsi si è parlato di preordinazione: ovvero una preparazione dei mezzi minimi necessari all’esecuzione di un delitto, diversa dalla premeditazione. Sarebbe questa la strada della difesa per cercare di evitargli l’ergastolo.

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