Roberto Brancaccio, caccia al pirata sulla berlina nera che ha travolto e ucciso lo chef del Pantheon. La famiglia: «Il karma farà il suo corso. Non andrai lontano»

Sul caso indaga la Procura della Repubblica di Roma. Si stringe il cerchio sulla base dei filmati dei circuiti di videosorveglianza

Si chiamava Roberto Brancaccio, lavorava come chef all’Osteria di Agrippa, a due passi dal Pantheon, ed è stato ucciso giovedì sera in zona Nomentana da un’auto che, dopo averlo travolto in moto, non si è fermata per prestare soccorso. Il 41enne, riporta la Repubblica, prima dell’incidente mortale aveva fatto una storia su Instagram dedicata ai figli: «Ora si che ho fatto il pieno di amore. Vi amo pulci». La famiglia dello chef è distrutta dal dolore. Il fratello Salvatore ha commentato: «Un pezzo di m… ha tolto la vita a mio fratello… il karma farà il suo corso. Non andrai lontano».


Le ricerche dell’auto pirata

Sul caso, avvenuto all’altezza del civico 1451 in zona Sant’Alessandro, indaga la Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un’inchiesta con la polizia locale del II gruppo nomentano. Sono state raccolte diverse testimonianze e sono state esaminate le telecamere di sorveglianza della zona. Una berlina nera avrebbe provocato l’incidente, secondo le indiscrezioni riportate da Repubblica, ci sarebbe stata una donna, su cui si stanno concentrando le ricerche. «Non ho mai deciso di fare questo lavoro. Lui ha scelto me e io rispetto la sua scelta», scriveva lo scorso ottobre Brancaccio su Instagram, social dove era molto attivo e condivideva momenti di vita quotidiana. “Chef Brancaccio” lascia due figli.


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