Massimo Boldi: «Uno dei miei amori mi ha tradito con il mio migliore amico. Vorrei fare ancora cinema»

L’attore che ha raccontato l’Italia con i cinepanettoni: «Ricco io? Di fantasia. Ho in mente un film con De Sica»

L’attore e produttore Massimo Boldi non si aspettava che, arrivato a fine carriera, avrebbe avuto difficoltà a fare film. Ha raccontato l’Italia con i cinepanettoni, ma «i grandi comici a un certo punto della carriera svoltano, a me non è successo perché ho continuato a far ridere fino a 75 anni». Oggi è ricco «di fantasia», perché «tutti pensano che chi faccia l’attore sia ricchissimo, ma non è così». E dice che il suo desiderio è tornare a recitare. Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera Boldi oggi fa un riepilogo della sua vita e della sua carriera. Partendo dal suo rapporto con la spalla storica Christian De Sica: «Siamo amici, chi dice che abbiamo litigato mente, siamo in ottimi rapporti, abbiamo solo intrapreso delle strade diverse. Avevamo proposto a Paolo Virzì un film dal titolo Morti dal ridere, i protagonisti muoiono, ma io e Christian riusciremmo lo stesso a far ridere».


La vita e la carriera

All’inizio della sua vita, racconta, ha fatto molti lavori «tra cui il venditore di Buondì Motta. Lavoravo per l’agenzia Trappini e finiva che a cena a casa mia si mangiava caffe latte e Buondì. Non avevamo una lira, dopo la morte di papà io dovevo badare ai fratelli». La svolta è arrivata «grazie a Renato Pozzetto. Ci siamo conosciuti nel 1968 al Derby Club. Nel 1974 mi ha portato a Canzonissima». Il suo personaggio preferito è «Max Cipollino, lui è la mia maschera. È nato negli Anni 80, quando facevo con Teo Teocoli ad Antenna 3 Lombardia quattro ore di diretta, con le battute “Lo so, lo so… non lo sapessi ma lo so”. Era un adulto rimasto bambino, la gente lo amava per questo». Oggi, dice nel colloquio con Michela Proietti, il suo idolo è Paul McCartney: «È su Instagram come una persona qualunque. È sceso dall’altare e si è seduto su un gradino».


Silvio Berlusconi

Dice di aver incontrato una sola persona più simpatica di lui: «Silvio Berlusconi, era veramente inarrivabile». Ma quando è passato alla Rai Mediaset gli ha fatto causa: «Mi hanno condannato a pagare due miliardi e mezzo di lire. Quando sono tornato Berlusconi mi ha perdonato: “mi devi 2 miliardi e 500 mila risate”». È rimasto vedovo ma ha avuto amori importanti: «Una di loro mi ha tradito con il mio migliore amico. Mi sono sempre chiesto perché non me lo abbiano detto. Invece l’ho scoperto pedinandola. È finita male, l’ho cuccata con le mani nella marmellata». Per il futuro vuole solo «recitare al cinema. Quando la macchina da presa posata sul tuo viso, anche senza dire niente riesci ad esprimerti». Per il mancato Ambrogino d’Oro, invece, non è rimasto male: «Però è come se a Roma non avessero dato una benemerenza ad Alberto Sordi». Infine, sulla classe politica di oggi: «Sono amico di Giorgia Meloni, ci scambiamo gli auguri per le nostre cose. Ma non ho mai chiesto un favore in vita mia».

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