Ramon Guidetti, ecco il video in cui l’«ex don» ha definito Papa Francesco un «usurpatore»

Il prete di Guasticce ha ricevuto una scomunica immediata. Il vescovo di Livorno: «Si era avvicinato a gruppi scismatici»

Nella messa di fine anno aveva definito Papa Francesco un «usurpatore», a un anno di distanza dalla morte di quello che considerava come il vero Pontefice, Joseph Ratzinger, e a dieci dall’elezione al soglio pontificio di Bergoglio. Ramon Guidetti, ormai ex don della parrocchia di San Ranieri a Guasticce, frazione di Collesalvetti nel Livornese, era stato scomunicato immediatamente. Il primo dell’anno è infatti arrivato l’atto ufficiale firmato dal cancelliere della Diocesi, don Matteo Giavazzi, ma incorrere in una scomunica late sententiae – precisa oggi, 3 dicembre, la diocesi – significa più precisamente incorrervi «”per il fatto stesso di aver commesso il delitto” (can. 1314 Cic), vale a dire in modo immediato, non già perché un’autorità esterna lo disponga formalmente». Il percorso che ha portato Guidetti alla guida della parrocchia non è stato lineare, dovuto a un rapporto con la fede che ha trovato momenti di distacco. Nato nel quartiere Cappuccini di Livorno 48 anni fa, Guidetti ha avuto un’esperienza all’interno del Convento dei Cappuccini della Santissima Trinità, prima di allontanarsi dalla chiesa e da Livorno e trasferirsi a Firenze. Qui ha iniziato a lavorare in una struttura alberghiera, una carriera che nel 2011 gli prospettava anche una promozione importante. Ma Guidetti aveva preferito il seminario, al quale aveva affiancato il volontariato per la Caritas.


L’avvicinamento ai gruppi scismatici

Era arrivata a Guasticce nel 2017 e negli ultimi tempi aveva iniziato a manifestare un senso di disagio verso il sommo Pontefice. Secondo il vescovo di Livorno, Simone Giusti, l’ex prete si era avvicinato a «gruppi che si mettono in opposizione sterile, e soprattutto in maniera scismatica, contro il Santo Padre». Rammaricato, il vescovo aveva anche provato a ricucire con Guidetti, incontrandolo prima di Natale. Poi la rottura definitiva con la messa del 31 dicembre e l’abbandono volontario della parrocchia. «Si è ritrovato da solo perché lui ha scelto di uscire dalla Chiesa cattolica e io ne ho preso atto. Don Guidetti è una persona buona, generosa, zelante ma fragile, che era già stato richiamato durante l’epidemia di Covid per alcune prese di posizione estreme e che si è lasciato trascinare da questi gruppi». Nell’incontro tra i due però questi contatti non erano emersi. Don Minutella, ex sacerdote palermitano scomunicato nel 2018, nella sua Radio Domina Nostra ha detto che lavoravano a questo da mesi. «Sono dispiaciuto, per lo scandalo che ha dato ma anche per lui», scrive Avvenire riportando le parole di Giusti, «la comunità parrocchiale è ferita e non condivide le posizioni dell’ex parroco. Il dibattito è normale, ma una cosa è discutere, una cosa è rompere la comunione».


L’omelia di Ramon Guidetti

«Lo sanno cosa sta succedendo, sanno che c’è uno scisma da dieci anni, sanno che c’è una massoneria che governa, sanno che costui non è il Papa, ma tacciono», ha detto nella messa del 31 dicembre che gli è valsa la scomunica. Ramon Guidetti ha poi fatto menzione di un episodio in un santuario vicino a Buenos Aires, dove è stato arcivescovo Bergoglio, che l’ex prete definisce l’«innominato». «un fulmine ha colpito la statua di San Pietro. E cosa è andato a incenerire? L’aureola e le chiavi», racconta a sostegno delle sue tesi, «l’aureola perché Pietro non è più santo, perché c’è un gesuita massone legato ai poteri mondiali, un usurpatore antipapa. E le chiavi perché quelle se le è tenute il buon Benedetto. Più chiaro di così: dopo dieci anni bisogna avere ancora ulteriori segni? Bisogna avere ancora ulteriori prove?».

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