L’Ue lavora per vietare gli stage non retribuiti: la bozza sul tavolo della Commissione

Dopo il voto degli eurodeputati di giugno, Bruxelles sarebbe pronta a presentare la proposta prima delle Europee

L’Ue è al lavoro per mettere un freno agli stage non retribuiti. Una bozza della Commissione europea, incaricata dagli eurodeputati a giugno, potrebbe essere pronta a breve. Ovvero: all’inizio del 2024, scrive il Guardian. La normativa punta a vietare in tutta l’Unione lo «sfruttamento dei giovani lavoratori» e a garantire agli stagisti l’accesso alla protezione sociale «in conformità con la legislazione nazionale». Secondo un’indagine dell’Eurobaromentro, il 78% dei giovani europei ha intrapreso almeno uno stage nel corso della sua carriera: circa la metà di questi ha, inoltre, ricevuto una compensazione finanziaria, il più delle volte insufficiente a coprire le spese essenziali per vivere. «A volte penso davvero che sia assurdo. Come può essere legale?», ha detto al quotidiano britannico Tea Jarc, della confederazione europea dei sindacati (principale interlocutore delle istituzione dell’Ue in materia di rappresentanza dei lavoratori a livello dell’Unione). La maggior parte dei tirocini, infatti, non rispetta gli standard minimi. Ciò che spesso manca, spiega Jarc, è «l’aspetto formativo». Tradotto: «Non c’è tutoraggio, non c’è una supervisione e neppure una guida». 


I giovani sborsano in media 1.028 euro al mese per coprire le spese

Una ricerca datata 2023 dell’European Youth Forum (un’organizzazione internazionale che rappresenta più di un centinaio di organizzazioni giovanili) mostra come i giovani europei sborsano in media 1.028 euro al mese per coprire le spese durante i tirocini. «Gli stage non retribuiti stanno frenando un’intera generazione, mentre i datori di lavoro “si godono” i frutti del lavoro gratuito» svolto da altri, sottolinea Mark McNulty del Forum europeo della gioventù. E a rimetterci, come spesso accade, sono le persone che provengono da famiglie meno abbienti: «Naturalmente questo – continua – causa loro stress e influisce anche sul loro senso di autostima». Negli ultimi anni i singoli Paesi hanno cercato di mettere un freno ai tirocini non pagati. Nel 2014 la Francia ha limitato il periodo di stage non retribuito a un massimo di due mesi; la Romania ha invece chiesto alle aziende di pagare i propri tirocinanti nel 2019. 


La proposta del Parlamento Ue di giugno

La proposta degli eurodeputati di giugno tiene conto di due diverse tipologie di stage: quelli che si svolgono dopo aver concluso il percorso di studi e quelli curricolari. Nel primo caso, i tirocinanti dovranno ricevere uno stipendio in linea con quanto previsto dalla direttiva Ue sul salario minimo. A loro, dovrà essere, inoltre, garantito l’accesso alla protezione sociale e a diritti pensionistici. Nel secondo caso, invece, gli stagisti verranno rimborsati dei costi sostenuti per svolgere l’attività lavorativa (vitto, alloggio, trasporti, per fare un esempio). Ora la palla passa nel campo della Commissione, che proverà a presentare la bozza – scrive il quotidiano britannico – prima delle Europee del 6-9 giugno. 

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