Cartelle esattoriali: ci sarà più tempo per pagarle, fino a 120 rate

L’annuncio del viceministro dell’Economia Maurizio Leo a Il Messaggero. Ma il carico tributario è ancora squilibrato. Gli italiani con redditi sopra i 35 mila euro versano il 60 per cento di tutta l’imposta

Debiti fiscali spalmati in 120 mesi, questa la soluzione sulle cartelle esattoriali suggerita dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo. «Il Presidente Meloni ha fatto molto bene a soffermarsi sull’importanza della riforma fiscale. È un tema che rappresenta una priorità per il governo», spiega Leo in un’intervista a Il Messaggero. «Ora, dopo i sei decreti legislativi approvati in maniera definitiva e già entrati in vigore – aggiunge – puntiamo a portare a casa anche quelli riguardanti il Concordato preventivo biennale e la disciplina dei giochi a distanza. E non ci fermiamo qui: presenteremo anche i decreti su sanzioni e riscossione, altri due temi sui quali urge un intervento normativo». Si vuole ripensare «il meccanismo di riscossione nel suo complesso, rendendolo più semplice, più accessibile e venendo incontro ai contribuenti onesti che hanno difficoltà finanziarie – spiega -. Nei magazzini del fisco ci sono 1.185 miliardi di tasse non riscosse. È una cifra abnorme, che dobbiamo cercare di smaltire». Quindi è «sicuramente una cosa positiva semplificare e rendere strutturale la rateizzazione fino a 120 rate. Anche qui, però, dobbiamo tenere conto di vari fattori. L’intenzione è di venire incontro al contribuente, quando ci si trova effettivamente davanti a soggetti che non possono pagare. Il Fisco deve avere un volto umano, ma ovviamente anche essere inflessibile con chi fa il furbetto, senza fare sconti».


L’analisi sul fisco italiano

Oggi il Messaggero riporta l’analisi del terzo trimestre del 2023, dove la pressione fiscale è «in diminuzione rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente». Secondo l’Istat è stata pari al 41,2% del Pil, in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2022. Bene ma nel dettaglio emerge che 5 milioni di italiani, con redditi superiori a 35 mila euro lordi (il 13% del totale) pagano nel complesso il 59,95% dell’Irpef. Uno squilibrio notevole se si pensa che per i redditi sopra i 100 mila euro solo l’1,21% dei contribuenti versa il 19,91% delle imposte.


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