Il Sudafrica accusa Israele di aver violato la Convenzione sul genocidio. Netanyahu: «All’Aja abbiamo visto un mondo alla rovescia»

L’ex premier israeliano Bennett ha bollato l’udienza come: «L’Affare Dreyfus del ventunesimo secolo»

È un «mondo alla rovescia» per il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, quello visto oggi – giovedì 11 gennaio – all’Aja, dove si è tenuta l’udienza della Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, dopo l’accusa di genocidio mossa dal Sudafrica contro Israele per la guerra nella Striscia di Gaza. Per il Paese del continente africano, appartenente ai Brics – che sostengono Gaza – l’offensiva condotta da Tel Aviv dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, starebbe violando l’articolo 9 della Convenzione di Ginevra per la prevenzione del genocidio, ratificata dal parlamento monocamerale di Israele nel 1950. Secondo Netanyahu «l’ipocrisia del Sudafrica grida al cielo. Israele – ha aggiunto – combatte contro terroristi assassini che hanno commesso crimini terribili contro l’umanità: hanno massacrato, violentato, bruciato, smembrato, ucciso bambini, donne, anziani, giovani. Un’organizzazione terroristica che ha commesso il crimine più terribile contro il popolo ebraico dai tempi della Shoah e ora c’è chi viene a difenderla in nome della Shoah». Per il Sudafrica, inoltre, l’attacco del partito-milizia allo Stato ebraico «non può giustificare la violazione della Convenzione sul genocidio da parte di Israele», ha detto nel corso dell’udienza. Per il legale del Paese, Adila Hassim, le operazioni militari di Israele sull’enclave palestinese «hanno spinto la popolazione sull’orlo della carestia. La situazione – ha precisato l’avvocato alla Corte – è tale che gli esperti ora prevedono che un maggior numero di persone a Gaza potrebbe morire di fame e di malattie piuttosto che in seguito a un’azione militare diretta».


Israele nega le accuse

L’istanza di 84 pagine presentata il 29 dicembre scorso ha provocato diverse reazioni internazionali, nonché l’indignazione di Israele che in mattinata ha definito il Sudafrica «il braccio giuridico dell’organizzazione terroristica di Hamas». Per Lior Hayat, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, oggi all’Aja «si è stati testimoni di uno dei più grandi spettacoli di ipocrisia nella storia, costruito su una serie di affermazioni false ed infondate». Il Paese denunciante, ha spiegato, «ha distorto del tutto la realtà a Gaza dopo il massacro del 7 ottobre e ha completamente ignorato il fatto che i terroristi di Hamas si sono infiltrati in Israele uccidendo, massacrando, violentando e rapendo cittadini israeliani solo perché tali, nel tentativo di compiere un genocidio», ha concluso Hayat. Più dura la reazione dell’ex premier israeliano, Naftali Bennett, che ha bollato l’udienza di oggi come «L’Affare Dreyfus del ventunesimo secolo». Ovvero: «uno spettacolo di ipocrisia, antisemitismo e vergogna. Vergogna per coloro che prendono parte – ha concluso – a questa finzione».


Momenti di tensioni davanti alla sede della Corte internazionale di giustizia

Momenti di tensione si sono verificati tra i sostenitori filo-palestinesi e quelli filo-israeliani davanti alla sede della Corte internazionale di giustizia all’Aja: lo riporta Sky News. «Siamo qui oggi per sostenere il Sudafrica e la causa per genocidio contro Israele. Tutti meritano di vivere in sicurezza, compresi i palestinesi», ha affermato un sostenitore filo-palestinese di nome Aryam. I leader israeliani «hanno espresso esplicitamente il loro disprezzo per la vita dei civili palestinesi», ha arringato Zohar Janovitch. «È una vergogna che Israele, che sta facendo tutto bene ed è stato attaccato da Hamas, si trovi ora di fronte a un processo», ha ribattuto Ada Deyl, una pensionata di 80 anni, stando a quanto riporta France Presse.

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