Iran, le giornaliste Hamedi e Mohammadi sono state rilasciate: avevano denunciato per prime la morte di Mahsa Amini

Erano state condannate a ottobre per propaganda contro lo Stato, collegamento con gli Usa e per aver contribuito a rendere pubblica la morte di Mahsa Amini

Le giornaliste iraniane Niloufar Hamedi ed Elaheh Mohammadi sono «temporaneamente» libere. Dopo 17 mesi di prigionia nel carcere di Evin, il regime di Teheran le ha rilasciate su cauzione: 100 miliardi di rials, poco più di duemila euro. Resteranno fuori dal carcere fino al processo d’appello, la cui data non è ancora stata fissata, ma non potranno uscire dall’Iran, spiega l’agenzia di stampa Tasnim. Erano state condannate a ottobre rispettivamente a 13 e 12 anni di carcere per propaganda contro lo Stato, collegamento con una nazione ostile (gli Stati Uniti) e per aver contribuito a rendere pubblico il caso di Mahsa Amini, la ventiduenne curda uccisa dalla polizia morale il 16 settembre del 2022 per non aver indossato correttamente l’hijab. La sua morte aveva provocato estese e intergenerazionali proteste contro il regime iraniano, che aveva risposto con una dura e violenta repressione. Hamedi, fotoreporter del quotidiano riformista Shargh, è stata la prima dare la notizia della morte di Amini: l’immagine che ritrae l’abbraccio dei genitori della giovane curda, disperati per la notizia del decesso della loro figlia, dopo tre giorni di coma nell’ospedale della capitale iraniana, ha fatto il giro del mondo. Mohammadi, invece, di Ham-Mihan, ha seguito il funerale della 22enne a Saqqez nell’Ovest del Paese. La scarcerazione delle giornaliste, rispettivamente di 36 e 31 anni, è stata confermata dai rispettivi legali. «Donna, Vita, Libertà. Elaheh Mohammadi e Niloufar Hamedi sono state rilasciate», scrive la Premio Nobel per la Pace, Narges Mohammadi, tuttora incarcerata nella famigerata prigione di Teheran, su X. 


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