Caso Pozzolo, il prefetto revoca il porto d’armi al deputato

La decisione, spiegano, è stata presa a «causa del comportamento incauto tenuto» per lo sparo di Capodanno

Il prefetto di Biella, Silvana d’Agostino, ha revocato il porto d’armi per difesa personale al deputato Emanuele Pozzolo, indagato per il caso dello sparo di Capodanno che ha portato al ferimento di Luca Campana, genero del capo scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Il provvedimento vieta anche al parlamentare, sospeso da Fratelli d’Italia, di «detenere armi e munizioni». La decisione della revoca, spiega in una nota la Prefettura, è stata presa a «causa del comportamento incauto tenuto» da Pozzolo «durante i festeggiamenti della notte di Capodanno, improntato a leggerezza e sottovalutazione della pericolosità delle armi». Al deputato «è stato contestato l’uso inappropriato dell’arma, poiché non ha adottato tutte le cautele necessarie ad evitare fatti anche accidentali e sinistri involontari».


Presto la convocazione in procura

La Procura di Biella avrebbe chiesto agli specialisti del Ris di accelerare le valutazioni in modo tale da convocare il parlamentare, al momento unico indagato nell’inchiesta di Biella, con le ipotesi di reato di lesioni, accensioni pericolose e omessa custodia di armi. Finora le testimonianze raccolte indicano una responsabilità diretta del parlamentare, che continua a negare. «La pistola mi è scivolata dalla tasca del giubbotto», ha detto Pozzolo nella sua dichiarazione resa ai carabinieri, il mattino del primo gennaio. Dall’altra parte ci sono le dichiarazioni del ferito Campana, che ha querelato Pozzolo, e del suocero Pablito Morello, che accusano l’onorevole. Oltre allo Stub c’è la perizia balistica affidata al consulente tecnico Raffaella Sorropago, che ha effettuato un sopralluogo nei locali di Rosazza dove è avvenuto l’episodio. Sopralluogo però non molto utile, dato che la scena non era cristallizzata e molte sedie e tavoli erano stati spostati per la pulizia dei locali.


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