A Davos Zelensky ammonisce l’Occidente: «Vi stiamo difendendo, mettiamo fine ora all’aggressione. Putin incarna la guerra»

Ospite per la prima volta al Forum economico, il presidente ucraino ha chiesto agli alleati di fare un ulteriore sforzo: «Rafforzate la nostra economia e noi rafforzeremo la vostra sicurezza»

«Chi pensa che questa guerra riguardi solo noi, che riguardi solo l’Ucraina, si sbaglia di grosso. Chi in Europa può avere un esercito come il nostro, che ferma la Russia?». Un messaggio potente, un ammonimento diretto a quei Paesi alleati nei quali sempre più insistenti si fanno le voci critiche di un sostegno militare a oltranza. Stati Uniti in testa, con lo spettro di una vittoria di Donald Trump a fine 2024 che potrebbe mettere fine tout court agli aiuti. Volodymyr Zelensky, per la prima volta al Forum economico di Davos, viene accolto da un lungo applauso al termine del suo intervento, nel quale ha chiesto all’Occidente un ulteriore sforzo per sostenere il suo Paese contro la Russia. Chi fermerà la Russia, se non l’Ucraina con il vostro aiuto? Questa la domanda che ha posto ai presenti, nella giornata in cui hanno parlato anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il premier cinese Li Qiang, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il segretario di Stato Usa Antony Blinken. «Quando chiedevamo certe armi», ricorda polemicamente il premier ucraino, come scrivono Fubini e Ferraino sul Corriere della Sera, «ci hanno detto “non fate escalation, non fate escalation”. A causa di quel “non fate escalation” quante opportunità, quanto tempo, quante vite sono state perse. Certo, sono grato, molto grato per tutti gli aiuti che ci vengono dati, ma non posso credere che l’industria nucleare russa ancora non sia stata messa sotto sanzioni, anche se la Russia ha preso in ostaggio una centrale nucleare come quella di Zaporizhzhia».


Dopo la guerra

Maggiori aiuti militari oggi servono a metter fine alla guerra, all’aggressione di Vladimir Putin. «Lui solo ha rubato 13 anni di pace al mondo», ha detto, elencando anche l’invasione della Crimea e l’instabilità in diversi Paesi africani, «quest’anno deve essere decisivo: congelare la guerra in Ucraina potrebbe essere la sua fine. Putin è un predatore che non è soddisfatto di cibo congelato. Dobbiamo difenderci, difendere i nostri figli, le nostre case. La guerra finirà con una pace giusta, l’Ucraina è l’opportunità di fermare la catastrofe della guerra». E se ciò accadrà, Kiev avrà bisogno di una mano per la ricostruzione. «Avremo bisogno di investimenti, per creare opportunità per far tornare gli ucraini dall’estero. Rafforzate la nostra economia e noi rafforzeremo la vostra sicurezza», ha aggiunto, parlando anche delle sofferenze degli ucraini dopo due anni di guerra. «Gli ucraini non perdoneranno mai Putin e i suoi terroristi che li hanno privati dei loro cari. Noi non siamo terroristi, ci saranno processi, ma dovranno esserci responsabili e colpevoli, dovranno pagare per quello che hanno fatto. Non dimenticheremo e non perdoneremo. Attenzione: non parlo di rivincita, ma di giustizia».


L’incontro con Blinken

Prima dell’intervento al Forum, Zelensky ha incontrato il segretario di Stato americano Blinken, dal quale ha ricevuto rassicurazioni sui prossimi aiuti. «Abbiamo discusso dell’ulteriore cooperazione in materia di difesa tra Ucraina e Stati Uniti. La difesa aerea e le capacità a lungo raggio sono particolarmente importanti per il nostro Paese», ha scritto sui social il leader di Kiev, «contiamo sul continuo sostegno degli Stati Uniti, che è essenziale per il nostro Paese». Intanto a Washington però è tutto fermo, a causa dello Stallo dell’esecutivo con il Congresso. Per questo Blinken ci ha tenuto ad avere un colloquio privato con Zelensky. «Siamo determinati a mantenere il nostro sostegno all’Ucraina e lavoriamo molto strettamente con il Congresso», ha dichiarato, «so che i nostri colleghi europei faranno lo stesso».

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