«Israele e Hamas trattano per una tregua di un mese e uno scambio tra ostaggi e prigionieri»

L’agenzia di stampa Reuters: ci sono vedute differenti su come concludere definitivamente la guerra di Gaza

Israele e Hamas stanno trattando per un cessate-il-fuoco di un mese e per uno scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi. L’agenzia di stampa Reuters scrive però che il piano ha un ostacolo: le vedute differenti su come concludere definitivamente la guerra di Gaza. Con la mediazione di Qatar, Stati Uniti ed Egitto la trattativa è cominciata il 28 dicembre e un accordo di principio era stato trovato sulla durata della tregua. Ma Hamas si è rifiutata di portare avanti la trattativa mettendo sul tavolo la richiesta di una chiusura delle ostilità. Mentre Israele cerca una trattativa per gradi, Hamas è alla ricerca di un pacchetto di accordi che arrivi a un cessate-il-fuoco permanente prima del rilascio degli ostaggi. I due contendenti non si parlano direttamente: lo fanno attraverso i mediatori.


I mediatori

In campo ci sono il Dipartimento di Stato Americano, la Casa Bianca, il ministero degli Esteri del Qatar e il servizio segreto egiziano. Due fonti del Cairo hanno però affermato che si lavora per convincere Hamas ad accettare una tregua di un mese con la possibile estensione a una chiusura permanente delle ostilità. Ma per accettare la prima fase Hamas chiede garanzie sulla seconda. Il funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri ha detto a Reuters che qualsiasi accordo deve basarsi sulla fine dell’aggressione e sul ritiro dell’occupazione dalla Striscia di Gaza. Israele ha chiesto di rimuovere sei alti dirigenti dell’organizzazione. Hamas si è rifiutato. Nell’elenco ci sono le menti degli attacchi del 7 ottobre: Yahya Sinwar e Mohamed al-Deif , che sono i principali obiettivi di Israele e si pensa si nascondano nei tunnel di Gaza.


Neatanyahu sotto pressione

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che si discuteva su uno scenario che prevede la resa e l’esilio dall’inizio di gennaio. L’offensiva israeliana però ancora non è riuscita a eliminare la leadership di Hamas e a liberare gli ostaggi, nonostante finora siano morti 25 mila palestinesi. Intanto il premier è sottoposto a molteplici pressioni per raggiungere un accordo, mentre i 130 ostaggi rimangono ancora a Gaza. E il 22 gennaio l’Idf ha pianto la morte di 24 soldati in un solo giorno, il numero più alto dall’inizio della guerra. Il portavoce del governo israeliano Eylon Levy ha detto in una conferenza stampa che sono in corso sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi. E ha aggiunto che Israele non accetterà un accordo di cessate il fuoco che lasci Hamas al potere nell’enclave.

La tregua

Nelle ultime settimane i mediatori hanno raggiunto un accordo su 30 giorni di trergua con rilascio dei prigionieri palestinesi. Una delle fonti dice che un accordo si potrebbe raggiungere «in qualsiasi momento». Hamas ritiene che prima di parlare seriamente di un cessate il fuoco a lungo termine, Israele voglia concludere le sue operazioni a Khan Younis, la città meridionale di Gaza che ha visto l’offensiva e i combattimenti più intensi nelle ultime settimane.

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