Le Iene e il servizio contro gli arbitri italiani. Aia: «Solo illazioni, fatte in forma anonima»

Secondo la fonte almeno cinque, tra arbitri e assistenti di Serie A e B,  vogliono seguire le vie legali per denunciare tutte le irregolarità tra campo e VAR

Le Iene si sono preoccupate di recente del mondo degli arbitri italiani. Nello specifico hanno riportato la testimonianza anonima di un «arbitro di Serie A», che denunciava «anomalie del sistema di valutazione arbitrale e decisioni errate». Un servizio di cui si sta parlando sui social e sui cui interviene l’associazione italiana arbitri che replica con una nota all’ANSA. La trasmissione Mediaset ha voluto far luce sul sistema Var. «Quest’anno – ha spiegato la fonte ai giornalisti – ci sono stati tantissimi errori degli arbitri in campo e al Var che sono davvero inspiegabili, soprattutto per noi che siamo degli addetti ai lavori. Se hai delle immagini chiare davanti agli occhi e hai la possibilità di rivedere l’episodio con tante telecamere a disposizione come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo?». Cita esempi concreti: «Per esempio, è il caso del rigore negato al Bologna in Juventus-Bologna, o del fallo di mano di Pulisic prima del suo gol in Genoa-Milan, o del recente fallo di Bastoni su Duda in Inter-Verona, poco prima che l’azione proseguisse e si arrivasse al tanto contestato gol dell’Inter. In tutti questi casi, inspiegabilmente, non ha sbagliato solo l’arbitro in campo, ma anche la Var che, nonostante immagini chiare, ha deciso di perseverare nell’errore commesso». Secondo la fonte non sempre la Var segue una linea omogenea e ci sono almeno cinque, tra arbitri e assistenti di Serie A e B, che vogliono seguire le vie legali per denunciare l’Associazione Italiana Arbitri in merito alle presunte irregolarità. Nel video Filippo Roma cerca di parlare anche con il designatore degli arbitri Gianluca Rocchi e le critiche sull’operato da parte di noti giornalisti sportivi, come Fabio Caressa e Ivan Zazzaroni.


La versione dell’Aia: «Illazioni, ecco perché»

«L’associazione italiana arbitri – si sottolinea – ritiene inaccettabili le accuse lanciate ieri sera, peraltro in forma anonima, tramite una trasmissione televisiva. Si tratta di illazioni che non hanno alcun fondamento concreto. La gestione tecnica della Can, così come di tutte le altre commissioni Nazionali, si basa su precise valutazioni riferite alle prestazioni arbitrali». E ancora: «Se qualcuno ritenesse di avere elementi concreti su quanto dichiarato durante la trasmissione, da parte di una persona con il volto nascosto e la voce alterata, si faccia avanti e segua i canali ufficiali portando le prove – dichiara il presidente Aia, Carlo Pacifici – Noi, confermando la fiducia a Gianluca Rocchi e a tutta la sua commissione, riteniamo che invece vi sia assoluta insussistenza delle accuse lanciate, volte solo a gettare un’ombra su un importante lavoro che si sta portando avanti. Riteniamo che se dietro a tale mossa ci fossero motivi di politica interna, sarebbe un fatto molto grave, perché questo significherebbe non volere bene a questa associazione». L’Aia respinge «le supposizioni, pubblicate oggi su alcuni siti on line», in merito alle azioni di Rocchi, durante l’intervallo della finale di supercoppa italiana. «Tale decisione è infatti legata, come è evidente, alla comunicazione all’arbitro dell’autorizzazione FIGC ad osservare un minuto di silenzio ad inizio secondo tempo per la scomparsa di Gigi Riva», specificano.


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