Caso Unrwa, l’Italia sospende i fondi insieme ad altri 8 Paesi. L’agenzia Onu: «Scioccante, una minaccia al nostro lavoro umanitario»

Anche Usa, Canada e Australia hanno preso la stessa decisione, sulla scia delle accuse di Israele secondo cui alcuni dipendenti avrebbero partecipato al massacro del 7 ottobre 2023

Arriva con una nota del commissario generale Philippe Lazzarini la risposta dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente, dopo le accuse delle autorità israeliane, secondo le quali alcuni suoi dipendenti dell’agenzia sarebbero stati coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. In seguito alla scoperta del coinvolgimenti di alcuni funzionari, diversi Paesi hanno deciso di sospendere i finanziamenti all’Agenzia. Tra questi, anche l’Italia, come annunciato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Nove Paesi ad oggi hanno temporaneamente sospeso i loro finanziamenti all’Unrwa», ha scritto in una nota Lazzarini, «queste decisioni minacciano il nostro lavoro umanitario in tutta la regione, inclusa e soprattutto nella Striscia di Gaza. È scioccante vedere una sospensione dei fondi in reazione alle accuse contro un piccolo gruppo di dipendenti, soprattutto considerando l’azione immediata intrapresa dall’Unrwa risolvendo i loro contratti e chiedendo un’indagine trasparente e indipendente». Oltre all’Italia, hanno preso la stessa decisione anche Usa, Germania, Gran Bretagna, Finlandia, Canada, Australia, Olanda. Tra i primi a rispondere al commissario, il ministro degli Esteri di Israele, Israel Katz, che su X ne ha chiesto le dimissioni.


La nota dell’Agenzia

«Esorto i Paesi che hanno sospeso i loro finanziamenti a riconsiderare le loro decisioni prima che l’Unrwa sia costretta a sospendere la sua risposta umanitaria. La vita delle persone a Gaza dipende da questo sostegno e così anche la stabilità regionale», prosegue il comunicato, «L’Unrwa è la principale agenzia umanitaria a Gaza, da cui dipendono oltre 2 milioni di persone per la loro mera sopravvivenza. Molti soffrono la fame mentre il tempo stringe verso una carestia incombente. L’agenzia gestisce rifugi per oltre 1 milione di persone e fornisce cibo e assistenza sanitaria di base anche al culmine delle ostilità. sarebbe estremamente irresponsabile sanzionare un’agenzia e un’intera comunità a causa di accuse di atti criminali contro alcuni individui, soprattutto in un momento di guerra, sfollamento e crisi politica nella regione. Nel frattempo, un’indagine dell’Oios – Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di supervisione interna – sulle atroci accuse stabilirà i fatti. Inoltre, come ho annunciato il 17 gennaio, una revisione indipendente da parte di esperti esterni aiuterà l’Unrwa a rafforzare il proprio quadro per la stretta aderenza di tutto il personale ai principi umanitari».


Le accuse di Israele

Intanto, Israele – su cui pende l’imposizione della Corte internazionale di giustizia di evitare il genocidio della popolazione di Gaza – si scaglia contro l’Agenzia delle Nazioni Unite, per parola del ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Israel Katz: «Israele farà in modo che l’Unrwa non sia parte del dopoguerra a Gaza». Il ministro ha reso noto anche che «lavorerà» in modo da assicurarsi l’appoggio bipartisan di Usa e Ue e altri Paesi dello scacchiere globale in modo da fermare le attività dell’Unrwa a Gaza. Philippe Lazzarini, il direttore dell’Uewa, aveva definito «scioccanti» le accuse mosse da Israele, e ricordato che l’agenzia fornisce assistenza a «più di due milioni di persone» nella Striscia di Gaza. Dal 7 ottobre, sono stati uccisi circa 150 dipendenti dell’agenzia, in gran parte palestinesi.

La replica di Hamas

Dal suo canto, anche Hamas ha reagito alle dichiarazioni. «Chiediamo alle Nazioni Unite e alle istituzioni internazionali di non cedere alle minacce e ai ricatti di questa entità nazista canaglia, che cerca di tagliare tutte le ancora di salvezza al nostro popolo», si legge sul canale Telegram dell’organizzazione palestinese, dove viene evidenziata «l’importanza del ruolo di queste agenzie nel fornire soccorso al nostro popolo e nel documentare i crimini dell’occupazione, che superano i crimini più orribili conosciuti dall’umanità nella nostra era moderna». Al momento solo Canada e Italia hanno assicurato che manterranno il loro sostegno alla Palestina. Nessun dettaglio a riguardo è stato invece aggiunto da Australia e Usa.

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