Carne coltivata, la Commissione Ue boccia la legge Lollobrigida: cosa cambia

Lollobrigida assicura che «la legge è serenamente in vigore», ma le opposizioni parlano di «figuraccia» del ministro e del governo

La Commissione europea ha comunicato all’Italia la chiusura anticipata della procedura di notifica del disegno di legge sulla carne coltivata. La notizia, anticipata oggi dal Foglio e confermata da altre testate, significa che il provvedimento voluto dal ministro Francesco Lollobrigida potrebbe avere vita breve. In una comunicazione del 29 gennaio, l’esecutivo Ue ha comunicato all’Italia di aver archiviato la notifica perché il disegno di legge «è stato adottato prima della fine del periodo di sospensione» previsto da una direttiva europea del 2015. In altre parole, il governo italiano ha notificato il provvedimento a Bruxelles solo dopo la sua approvazione, violando i princìpi ribaditi in più occasioni dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Nella lettera inviata dalla Commissione nei giorni scorsi, Bruxelles invita l’Italia «a informarla del seguito dato» all’iniziativa legislativa.


Cosa prevede il ddl

Il provvedimento approvato lo scorso anno dal parlamento italiano proibisce la produzione e l’immissione sul mercato di alimenti e mangimi prodotti a partire da colture cellulari oppure da tessuti derivanti da animali vertebrati. Non solo: il cosiddetto «ddl Lollobrigida» punta anche a introdurre una stretta sul meat sounding, ossia la possibilità di denominare come «carne» anche alimenti che contengono in realtà proteine vegetali. Già lo scorso anno, diversi esperti avevano ipotizzato che il provvedimento potesse entrare in contrasto con il diritto internazionale e le regole europee. Dato che il disegno di legge approvato in Italia potrebbe ostacolare il mercato comunitario, il governo avrebbe dovuto attendere il parere della Commissione prima di adottare la legge, rispettando la cosiddetta procedura Tris. Inizialmente, come ricostruito dal Foglio, il governo aveva notificato la legge nei termini previsti, ma a ottobre Lollobrigida ha chiesto il ritiro della notifica «alla luce della discussione parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire».


Lollobrigida: «Nessuna abrogazione in vista»

La comunicazione inviata da Bruxelles all’Italia è stata interpretata in modo decisamente differente dai partiti di maggioranza e da quelli di opposizione. Per Lollobrigida, «la chiusura della procedura significa che questa legge è serenamente in vigore». Il ministro dell’Agricoltura ricorda che «altre 15 nazioni hanno sottoscritto le nostre stesse perplessità» e bolla le polemiche di alcuni parlamentari di minoranza come «chiacchiere da fanfaroni». Rispondendo al question time al Senato, Lollobrigida ha precisato che non ci sarà nessuna procedura d’infrazione né richiesta all’Italia da parte dell’Ue di abrogare il ddl sulla carne coltivata. «La chiusura – ha aggiunto – comporta che sia stato definitivamente accertato, da parte della Commissione europea, la compatibilità della legge con i principi del diritto dell’Unione europea in tema di mercato interno».

Le opposizioni: «Figuraccia del governo»

Dai banchi delle opposizioni, la visione è diametralmente opposta. Per i parlamentari del Movimento 5 Stelle in commissione Agricoltura, «la legge che per il nostro governo era d’avanguardia, è morta ancor prima di nascere. Allo stato attuale, vieta una cosa che non è ancora stata autorizzata e dunque è perfettamente inutile». Non solo: nel momento in cui la carne coltivata dovesse ricevere l’ok di Bruxelles, «la legge sarà inapplicabile», ricostruiscono deputati e senatori del M5s. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Pd, che parla di «figuraccia internazionale per Lollobrigida». Per Riccardo Magi, segretario di Più Europa, «Lollobrigida ha fatto una legge per vietare la carne coltivata ma alla fine l’unica cosa che è stata vietata è la legge di Lollobrigida».

Foto di copertina: WIKIMEDIA | Il primo hamburger di carne coltivata presentato a Londra nel 2013

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