Sanremo 2024, da X Factor all’Ariston ecco i Santi Francesi: «Skin ci ha preso per pazzi ma poi ha accettato» – L’intervista

Il duo elettropop composto da Alessandro De Santis e Mario Lorenzo Francese potrebbe stupire con il duetto con Skin

Quella tra Sanremo e i Santi Francesi, chissà, potrebbe essere anche una connessione mistica. Qualcosa di mistico ce l’ha certamente la musica che questo duo elettro pop propone, qualcosa di etereo, che viaggia a mezz’aria, difficile da acchiappare al volo ma eccezionale poi nel risultato. Loro per arrivare ad affacciarsi a questa finestra, la più luminosa del circuito musicale italiano, ce l’hanno messa tutta. «Abbiamo fatto le bettole da trenta persone nel nostro territorio e in giro per l’Italia – raccontano infatti a Open – abbiamo fatto Musicultura, abbiamo fatto Amici, abbiamo fatto X Factor, due volte, perché alla prima non passammo neanche alla prima audizione». E ora approdano qui, da vincitori di X Factor tra l’altro, e ciò che gli va riconosciuto è l’impegno, nonostante l’approccio televisivo, nel mantenere il proprio fare musica così autentico. La loro visione della composizione è del tutto particolare, perfino Skin, come raccontano nella nostra intervista, quando ha sentito il loro arrangiamento di Hallelujah di Leonard Cohen, che eseguiranno durante la serata delle cover del venerdì, pare abbia avuto un sussulto e gli abbia dato dei pazzi. Poi però ha accettato, perché difficilmente si può restare indifferenti alle sonorità fascinose di Alessandro De Santis e Mario Lorenzo Francese. Certo è che la prossima settimana finiranno in un tritacarne di hit ruffiane che, perlomeno sul mercato, tolgono ossigeno alla musica fatta come si deve, la musica fatta per la musica; un concetto estraneo a moltissimi dei concorrenti in gara quest’anno, che bettole da trenta persone nella loro carriera, alle volte brevissima carriera, alle volte quasi inesistente carriera, ne hanno viste poche, qualcuno probabilmente nessuna. Questo avranno dalla loro i Santi Francesi, un approccio da club in un luogo che è l’esatto opposto del club. E se la storia del Festival è costellata da ultimi posti dopo anni considerati clamorosi forse, ed è un augurio sincero, il posto per i Santi Francesi è quello lì: quello di chi fa musica a parte, per luoghi, un paradosso considerato che parliamo di un duo che ha fatto il giro delle sette chiese musicali in tv, lontani anni luce dal flusso televisivo. I Santi Francesi non sono stati convocati al Festival dal direttore artistico e probabilmente, dati i nomi in lista, visto che quest’anno Amadeus, anche dichiaratamente, non ha voluto guardare molto oltre le classifiche radio, non lo sarebbero mai stati; sono arrivati da Sanremo Giovani, nessun passo gli è mai stato risparmiato, come ad altri, anche quest’anno, ma è questo in Italia il destino di chi non arranca appresso alle hit, di chi sente l’esigenza di arricchire il mondo in cui vuole vivere e non spremerlo, di chi vive per la musica, ed è facile riconoscerglielo negli occhi, e non di quelli che attraverso la musica vogliono arrivare altrove.


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