Ilaria Salis, il ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Dolore e sorpresa. Orban rispetti le norme europee»

Il Guardasigilli: «Non possiamo intervenire a processo in corso, ma possiamo operare sul fronte penitenziario»

Sul caso di Ilaria Salis, ammanettata e detenuta in carcere in Ungheria il ministro della Giustizia Carlo Nordio spiega di aver provato «profondo dolore e sorpresa» vedendo la giovane nell’aula di tribunale di Budapest. In un’intervista a La Stampa, Nordio sottolinea che «le misure di contenzione non sono state abolite, ma sono un’eccezione. Sul punto la normativa europea, e quella italiana, sono chiarissime: l’imputato appare libero davanti al giudice, salvo che quest’ultimo non disponga misure coercitive, come appunto le manette o le tristissime gabbie, per sventare pericoli di fuga o di violenze. Nel caso di Ilaria Salis non mi pare proprio che esistessero questi pericoli. Certo, in Italia non vediamo detenuti con i lucchetti anche alle caviglie».


«Non possiamo intervenire a processo in corso, ma…»

Sul margine d’azione nella vicenda il ministro replica: «Finché dura il processo, la giurisdizione ungherese è sovrana. Né il governo ungherese né tantomeno quello italiano possono intervenire. Immaginate cosa accadrebbe se io chiamassi un magistrato per raccomandare la sorte di un imputato. Si griderebbe, e giustamente, al sacrilegio. Il ministero della Giustizia, nel caso di cittadini italiani arrestati all’estero, non è titolare di alcun potere di intervento perché l’assistenza è affidata alla Farnesina. Il ministero della Giustizia interviene soltanto nel caso in cui vengano attivati, dagli interessati o dai loro avvocati, strumenti di cooperazione giudiziaria che prevedono atti delle Autorità centrali. Si può tuttavia operare sul fronte del trattamento penitenziario, affinché si rispettino le norme europee. Un veicolo importante è costituito dai garanti: giorni fa ho ricevuto il nuovo collegio, che può contattare il suo omologo ungherese. Se si vuole realmente ottenere un risultato concreto, l’esperienza suggerisce di agire con prudenza, senza sollevare polemiche che potrebbero irritare la controparte, e sortire l’effetto contrario. È quello che sta facendo il collega Tajani, con cui il confronto è costante, e il nostro governo. Al padre di Ilaria ho personalmente spiegato tutto nell’incontro dello scorso 23 gennaio. A lui ho comunque assicurato il nostro supporto e tornerò domani a fargli il punto della situazione».


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