Gas, cosa succede con la fine del mercato tutelato: «Rincari per 200 euro l’anno nelle bollette»

Dal primo luglio tocca all’elettricità

La fine del mercato tutelato nel gas porta in dote rincari per 200 euro l’anno nelle bollette. Lo dice uno studio di Assoutenti e Centro di Formazione e Ricerca sui Consumi (C.r.c.). secondo il quale gli aumenti ammontano al 12% rispetto alla fine del tutelato. Un risparmio per ora c’è: se si passa al variabile si trattengono una manciata di euro al mese. Ma ci si espone al rischio della volatilità dei prezzi. Questo a causa della scarsa concorrenza tra gli operatori. Mentre dal primo luglio toccherà all’elettricità.


L’aumento

«Il primo dato che emerge dalla ricerca è che per i contratti a prezzo fisso nessuna offerta risulta al momento più vantaggiosa del regime tutelato», spiegano Assoutenti e C.r.c. a La Stampa. «E quindi delle tariffe praticate a chi rientra nella “vulnerabilità”. Si contano poco più di 200 offerte a prezzo fisso in ogni città, e considerando solo la migliore proposta degli operatori disponibile nelle varie province, la maggiore spesa annua per chi sceglie tali contratti è in media di 188,6 euro annui (+12,2%) rispetto alla tutela». Mentre nel variabile i vantaggi sono pochi: «In ognuna delle 20 città italiane monitorate che solo 5 offerte (su una media di oltre 480 offerte per provincia) che risultano oggi più convenienti rispetto alle bollette pagate dai clienti vulnerabili, con la sola eccezione di Bari che conta 7 offerte più convenienti. Il risparmio sul regime tutelato, tuttavia, è minimo: in media 43 euro di spesa annua in meno (-2,8%)».


I variabili

Le offerte più convenienti per il variabile si trovano per Trento, Milano, Trieste e Bolzano. Roma ha la bolletta media più pesante: ammonta a 1.636,51 euro in media. La fine del mercato tutelato del gas «non ha innescato alcuna concorrenza virtuosa in favore dei consumatori. I contratti a prezzo fisso restano ancora non vantaggiosi perché le società sono restie a vincolarsi con i propri clienti considerata la forte volatilità dei prezzi sui mercati energetici, mentre per quelli variabili le offerte realmente convenienti si contano sulle dita di una mano e risultano ben al di sotto delle aspettative».

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