Ilaria Salis ritratta impiccata a Budapest. Il padre: «Immagini che si commentano da sole e confermano i nostri timori»

La 39enne detenuta ritratta con la scritta antifa sui muri della città ungherese. Mentre su alcuni giornali piovono editoriali aggressivi: «Qualsiasi spazzatura ha diritto a difendere se stessa davanti alla legge»

«Le immagini di Budapest si commentano da sole e confermano i timori della famiglia a seguire i consigli che ci pervengono dalle autorità italiane». Queste le parole di Roberto Salis, padre di Ilaria, a proposito delle immagini che ritraggono una donna impiccata apparse a Budapest in concomitanza con le celebrazioni neofasciste del Giorno dell’Onore. Salis si riferisce all’eventualità degli arresti domiciliari in Ungheria per la 39enne, da un anno in carcere con l’accusa di avere aggredito due estremisti di destra. Il murales con Ilaria impiccata compare in alcune zone di Budapest ed è stato affisso la notte del 30 gennaio anche davanti all’ambasciata ungherese a Roma. Oggi nella capitale ungherese è La Giornata dell’onore, con raduno dei neonazisti da mezza Europa per ricordare le truppe hitleriane contro l’Armata Rossa. Il partito di estrema destra Mi Hazank (Patria nostra), terzo maggiore partito ungherese nei sondaggi, ha presentato una mozione in Parlamento per rendere “organizzazione terroristica” tutte le formazioni antifasciste nel paese. Per «impedire loro, e ai compagni stranieri che vengono qui di tanto in tanto, di perpetrare di nuovo atti terroristici come avvenne l’anno scorso», si legge nella loro nota riferendosi chiaramente al caso di Ilaria Salis.


«Ilaria Salis? Qui, qualsiasi spazzatura ha diritto a difendere se stessa davanti alla legge»

Colpiscono le righe dell’editoriale dell’ex direttore della testata Magyar Nemzet, uno dei giornali più venduti in Ungheria. Il titolo riporta il Corriere della Sera, bolla Ilaria come «Fiera antifascista». «Fino a cento anni fa, una persona come lei sarebbe stata lapidata nei quattro quinti del mondo. Noi invece le faremo un regolare processo. Qui, qualsiasi spazzatura ha diritto a difendere se stessa davanti alla legge», scrive Laszlo Szentesi. Salis «stupida come una zucca». E ancora: «Da qualche parte, in una bettola italiana, si è riunita con altre persone come lei piene di odio, malate, dalla vita personale miserabile e degradata per recarsi in Ungheria dove ha picchiato alcune persone fino quasi ad ammazzarle».


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