Travaglio: «I fischi a Geolier? Un diritto. Come contestare la mamma di Giovanbattista Cutolo e Elena Cecchettin»

Nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano, il direttore si è scagliato contro «l’ultima frontiera del cretinamente corretto»

Si continua a parlare della quarta serata del Festival di Sanremo, che ha visto Geolier aggiudicarsi il podio nella serata delle cover e dei duetti proposti dai 30 big in gara. Vincitore della serata con il medley insieme a Gue, Luchè e Gigi D’Alessio, il trionfo del rapper è stato tuttavia contestato sia fuori che dentro l’Ariston, con il pubblico che ha accolto l’annuncio con fischi e versi di disapprovazione. Presto anche questa reazione scomposta è stata contestata, giudicata troppo dura e comunque fuori luogo. Ma non da Marco Travaglio, che oggi sul Fatto Quotidiano ritorna sulla questione definendo le critiche ai fischi «l’ultima frontiera del cretinamente corretto».


«Razzismo al contrario»

«L’idea che chi paga cifre astronomiche per un biglietto abbia il diritto di trovare brutta una canzone e fare quello che si fa in tutto il mondo da quando esiste il teatro è ormai insopportabile», scrive il direttore nel suo editoriale. Che aggiunge: «Geolier non può subire fischi: siccome è napoletano, chi non apprezza il suo brano (peraltro incomprensibile in mancanza di sottotitoli) è un fottuto razzista». A detta di Travaglio, la colpa è anche dei social che ci rendono insensibili alle cose veramente gravi, «come la mattanza di Gaza», e ipersensibili nei confronti delle quisquilie. E c’entrerebbe anche una forma di «razzismo alla rovescia»: «Siccome molti razzisti ce l’hanno coi meridionali e in particolar modo con i napoletani, vige l’obbligo di applaudirli tutti a prescindere».


La «Pornografia del Bene»

Travaglio, scagliandosi contro la «Pornografia del Bene», rivendica dunque il diritto a contestare Big Mama nonostante il pregevole messaggio contro il body shaming, così come l’intervento sul palco della mamma di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso da tre colpi di pistola esplosi da un 16enne a Napoli dopo una lite in un parcheggio. E per finire, anche Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la studentessa veneziana di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, l’11 novembre scorso. «Si è fiondata nella famoseria sanremese inventandosi un’astrusa polemica contro il tristissimo e noiosissimo pistolotto del cast di Mare Fuori», commenta Travaglio. «Quando persino la morte dei propri cari esce dal silenzio che si deve ai defunti e diventa trampolino di lancio, ascensore sociale e quarto d’ora di celebrità, lasciateci almeno il diritto all’imbarazzo. E al fischio», conclude.

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