Artem Uss sulla fuga dai domiciliari a Milano: «Organizzata all’improvviso, avrei voluto difendermi in tribunale»

L’imprenditore russo era stato arrestato a Malpensa su mandato delle autorità statunitensi, accusato di spionaggio militare e industriale e riciclaggio

Sarebbe voluto rimanere in Italia e difendersi per vie legali, poi la fuga improvvisa ha stravolto i piani. È quanto avrebbe detto Artem Uss, l’imprenditore russo arrestato a Malpensa nell’ottobre del 2022 su mandato della giustizia statunitense e poi scappato, come riferito da Nexta. «Per formazione, la mia prima idea era difendermi per vie legali, e vedevo la mia unica possibilità di farlo in un’aula di tribunale, preparandomi per una lunga battaglia processuale», è quanto avrebbe detto il figlio dell’ex governatore della regione di Krasnoyask, nella Siberia centrale, ma l’organizzazione della fuga è arrivata «completamente all’improvviso». E l’imprenditore, che ha 12 capi d’accusa con altri quattro indagati da un tribunale di Brooklyn per spionaggio militare e industriale verso la Russia, contrabbando di petrolio dal Venezuela e riciclaggio, l’ha colta al volo. Non fa i nomi di chi l’avrebbe aiutato a evadere dai domiciliari prima dell’estradizione negli Usa, ma nega che la sua famiglia sia coinvolta. Nel frattempo Uss è tornato in Russia, e a proposito della sua detenzione ha detto: «Immaginati nel bel mezzo della nuova Guerra Fredda, decidere di fuggire, trovarti nel centro stesso dell’Europa senza un collegamento aereo con la Russia, sotto la giurisdizione di un Paese Nato e circondato da forze dell’ordine americane. Ascoltare gli aerei da combattimento decollare la mattina, essere controllati dai carabinieri fino a otto volte al giorno anche di notte i quali, come gli Stati Uniti, hanno il diritto di sparare a vista. Questo è demotivante per qualsiasi persona per bene».


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