Kamala Harris all’Europa spaventata da Trump e Putin: «L’America non vi abbandonerà». L’affondo sulla Russia: «300mila morti in Ucraina»

La vicepresidente Usa alla Conferenza di Monaco: «Russia responsabile della morte di Navalny, se non restiamo uniti gli altri dittatori capiranno»

La numero 2 della Casa Bianca Kamala Harris è l’ospite d’onore della prima giornata della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che si apre a pochi giorni dalla minaccia di Donald Trump di abbandonare a se stessi gli alleati Nato (e l’Ucraina, se i “suoi” Repubblicani bloccheranno al Congresso i nuovi aiuti militari) e nel giorno in cui dalla Russia arriva la notizia della morte in carcere di Alexei Navalny. La vicepresidente Usa si carica sulle spalle la risposta a entrambe le notizie che hanno destato sgomento in Europa e in Occidente. «La Nato non è mai stata così forte e integrata come oggi», ribalta la visuale Harris, ricordando come è sotto l’amministrazione Biden che l’Alleanza atlantica ha ripreso vigore, anche rispetto a chi solo pochi anni fa la condannava pubblicamente come «obsoleta» (frecciata a Emmanuel Macron, che nel novembre 2019 parlò di «morte cerebrale» della Nato in una controversa intervista all’Economist).«La porzione di Paesi che spendono oggi almeno il 2% del Pil per la difesa è raddoppiata» negli anni di Biden alla guida degli Usa, rivendica Harris (sorvolando sul fatto che a determinare il cambio di rotta è stato un evento esterno, l’invasione russa dell’Ucraina). Ora, nel giorno in cui la Russia si macchia di un nuovo, probabile crimine di Stato – «è responsabile della morte di Navalny», dice Harris in linea con Blinken – è il momento di serrare le fila tra Alleati, richiama la vicepresidente Usa. Che per restituire al “nemico” almeno un po’ della fragilità avvertita negli ultimi giorni buona parte d’Occidente, lascia cadere un dato mai reso pubblico dalla Casa Bianca: «Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina la Russia ha perso 300mila uomini: oltre cinque volte i caduti della sua guerra in Afghanistan».


Il manifesto (vice)presidenziale di Kamala

Il cuore del discorso è rivolto però agli alleati impauriti di un possibile abbandono degli Usa, oltre che agli elettori americani tentati dalla carta dell’isolazionismo. «Cosa succederà se abbandoniamo l’Ucraina e gli alleati europei, se siamo morbidi con Putin o addirittura lo incoraggiamo?», ha chiesto retoricamente Harris ricordando i recenti propositi di Trump. «Ce lo insegna la Storia: se stiamo a guardare mentre un dittatore vuole aggredire i vicini uno dopo l’altro, procederà. Tutta l’Europa sarà minacciata. E se non imponiamo severe conseguenze alla Russia per le sue azioni, gli altri dittatori guardano, e capiranno che possono osare a loro volta». In questi tempi gonfi d’incertezza, conclude Harris, l’America «non può ritirarsi, deve restare con forza per la democrazia. Continueremo a difendere le regole e le nome internazionali, e a stare con i nostri Alleati. Questo è l’ideale dell’America: gli americani sanno che è questo ciò che ci rende forti, e non abbiate dubbi, saranno all’altezza del momento. L’America continuerà a guidare», declama con fare presidenziale, più che vice-presidenziale, Kamala Harris. Che solo pochi giorni fa, in un’intervista al Wall Street Journal, aveva risposto così alla domanda sulle insinuazioni sulla lucidità mentale del suo superiore, Joe Biden: «Se serve, sono pronta».


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