L’eterna lotta tra Fedez e il Codacons: il rapper denuncia l’associazione per calunnia e diffamazione

Dopo la dichiarazione sul «nullatenente» il cantante e i suoi genitori contro l’associazione di consumatori

Fedez denuncia il Codacons. Dopo le parole del rapper, dichiaratosi «nullatenente» in un procedimento per diffamazione che risaliva al novembre 2020, è il momento del contrattacco per Federico Lucia e per i suoi genitori Annamaria Berrizaghi e Franco Lucia. Assistiti dagli avvocati Gabriele Minniti ed Andrea Paolucci, hanno depositato in procura a Milano una querela nei confronti dell’associazione dei consumatori. I genitori di Fedez scendono in campo in quanto amministratori unici della Doom srl e della Zedef srl. E ipotizzano i reati di calunnia e diffamazione. La calunnia, che è il reato che commette chi accusa qualcuno davanti all’autorità giudiziaria sapendolo innocente, è ipotizzata per l’esposto alla Guardia di Finanza che chiedeva di indagare sulla «nullatenenza».


Comportamenti censurabili

L’accusa di diffamazione a mezzo stampa si fonda invece proprio per la registrazione dell’udienza, che secondo Fedez sarebbe stata diffusa dall’associazione dei consumatori. Il Corriere della Sera spiega che nel documento si legge che «da tempo l’associazione Codacons ha intrapreso una campagna mediatica e giudiziaria quasi quotidiana» nei confronti di Federico Lucia. «Per presunti comportamenti censurabili quando non addirittura penalmente rilevanti», proseguono i legali. Che poi rilevano: «Tutte le contestazioni mosse dal Codacons con i suoi attacchi si sono rivelate infondate e strumentali unicamente ad attaccarlo ingiustamente». Ci sarebbero infatti quattro procedimenti avviati a Milano nel 2020, mentre è in corso l’udienza preliminare a Roma per una quinta accusa che riguarda un banner pubblicato dall’associazione sul Coronavirus.


Il comunicato

In quest’ultimo caso Fedez sarà ascoltato il 6 maggio, mentre il giudice ha respinto la richiesta di archiviazione della procura. Ma il Codacons avrebbe anche pubblicato un comunicato lunedì scorso in cui si chiede di «fare luce sulle società riconducibili al rapper». E dove si dice che dall’analisi delle società legate a Lucia emergerebbero «profili di criticità legati alla complessità delle operazioni». Che potrebbero nascondere «una forma di potere occulto e trasversale». Il Codacons sostiene che «in termini probabilistici, l’analisi dei fatti storici e delle esperienze porta a dire che questo tipo di azioni e comportamenti il più delle volte porta o è diretto anche ad evadere il fisco». Secondo gli avvocati di Fedez si tratta di «una ricostruzione parziale dei fatti e non veritiera».

Forze oscure all’opera

Ma anche in grado di «instillare nel lettore medio per le espressioni utilizzate, sebbene in forma ipotetica, il falso convincimento che dietro operazioni societarie si celino condotte illecite». Evocando «scenari sfuggenti, insinuanti, dai contorni indefiniti e inquietanti». Dai quali «emerge persino l’impressione di forze oscure all’opera per non si sa bene quali arcani e reconditi motivi». Secondo i legali di Fedez così il Codacons ha posto in atto una «grave condotta diffamatoria», riferendo «fatti non rispondenti al vero». Le società di Fedez invece avevano soltanto lo scopo di una maggiore efficienza e del risparmio dei costi di gestione. Da qui la querela. E l’ennesimo capitolo di una guerra che va avanti da alcuni anni. Senza esclusione di colpi.

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