Stop ai cellulari a scuola fino a 16 anni: la linea dura del governo britannico contro distrazioni e bullismo

I presidi avranno quattro possibilità per imporre il nuovo divieto. Ecco quali sono le punizioni per chi trasgredisce

Fino a qualche mese fa era solo un’indiscrezione, ora è diventata realtà. Il governo britannico ha deciso di mettere al bando i telefoni da tutte le scuole britanniche per i minori di 16 anni. Ieri l’esecutivo guidato dal conservatore Rishi Sunak ha pubblicato un documento che contiene le nuove linee guida per i presidi e si pone l’obiettivo di «minimizzare il disturbo e migliorare il comportamento delle classi». L’uso dei dispositivi elettronici sarà vietato agli studenti non solo durante le lezioni, ma anche negli intervalli e nella pausa pranzo. Non solo: gli insegnanti avranno il potere di perquisire zaini e borse dei loro alunni. Chi sarà sorpreso a trasgredire le nuove regole sarà punito con un castigo in solitario e con la confisca del telefono.


Le quattro modalità di divieto

Le nuove linee guida del governo prevedono quattro possibilità attraverso cui le scuole possono mettere al bando i cellulari degli studenti. La prima, e più radicale, prevede il divieto assoluto di portare i dispositivi elettronici a scuola. La seconda prevede che vengano consegnati allo staff scolastico al suono della prima campanella. Terza soluzione: chiudere i telefoni negli armadietti. Infine, la strada più soft: consentire che gli studenti tengano con sé i telefoni, a patto che siano spenti e tenuti nello zaino.


Le critiche dei sindacati

A spingere per l’introduzione delle nuove regole è la ministra per l’Educazione, Gillian Keegan, che ha commentato: «Le scuole sono luoghi per apprendere e i telefoni sono, come minimo, una distrazione non richiesta». Per quanto possa sembrare una soluzione radicale, anche l’Unesco – il ramo culturale dell’Onu – si era schierato a favore dell’eliminazione dei telefoni dalle aule scolastiche. A dare slancio all’iniziativa del governo inglese è stata anche la campagna lanciata dalla madre di Brianna Ghey, la ragazzina transgender di 16 anni uccisa da due coetanei esposti a contenuti violenti online. A storcere il naso sono invece i sindacati, che criticano l’iniziativa del governo Sunak e fanno notare che già molte scuole applicano una qualche forma di divieto dei telefoni.

Foto di copertina: UNSPLASH/Robin Worrall

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