Nardò, schianto sulla pista di collaudo Porsche: morto driver di moto 35enne. L’ira della Cgil: «Tragedia in subappalto, ora basta»

Lo scontro fatale tra la moto e un’auto in frenata sul mega-circuito in Salento (contestato dagli ambientalisti)

Tragico incidente questa mattina sulla pista di collaudo di Porsche a Nardò, in provincia di Lecce. Un driver di 35 anni, Mattia Ottaviano, è morto dopo che la moto che guidava si è schiantata contro un’altra auto in circolo sulla pista del «Nardò Technical Center». Nel violento scontro il conducente della vettura è rimasto a sua volta ferito. Inutili invece i tentativi di soccorso del 118 per il collaudatore della moto. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Polizia e della Polizia Locale, insieme al pubblico ministero Alessandro Prontera, e ogni attività sulla pista è stata sospesa, in attesa siano compiuti tutti gli accertamenti su quanto accaduto. Secondo quanto ricostruisce il Corriere del Mezzogiorno, l’incidente mortale si sarebbe verificato attorno alle 10 di questa mattina durante una sessione di test di frenata: l’auto che precedeva sulla pista la moto avrebbe arrestato la sua marcia e il collaudatore della due ruote non avrebbe fatto in tempo a frenare o scansarla, causando lo schianto.


Le polemiche sulla pista e quelle sulla sicurezza sul lavoro

L’impianto Porsche di Nardò si sviluppa su una superficie complessiva di 700 ettari e dispone già di 12 piste, cui se ne dovrebbe aggiungere nei prossimi anni altre 9 nell’ambito di un piano di espansione da 450 milioni di euro già approvato dalla Regione Puglia, ma contestato dagli ambientalisti di Italia Nostra oltre che da un contatto civico locale, soprattutto per i danni che provocherebbero all’area boschiva in cui s’innesta l’impianto. L’incidente di oggi potrebbe rinfocolare le polemiche di matrice ambientale. Ma anche quelle che imperversano da giorni su scala nazionale per i troppi incidenti sul lavoro di cui restano vittima lavoratori di ditte in subappalto. Sembra infatti che anche il driver schiantatosi in moto fosse dipendente di una società esterna che lavorava per Porsche. «Mentre siamo in riunione in Prefettura per la prevenzione e rispetto della salute e della sicurezza, l’ennesima morte di un lavoratore di una ditta in subappalto. Non se ne può più. Ora basta», ha protestato la segretaria generale della Cgil di Lecce Valentina Fragassi. «Il Governo non faccia comunicati di cordoglio, ma leggi a tutela della vita di chi lavora. Di lavoro si deve vivere e non morire», ha aggiunto, proprio nelle ore in cui il governo Meloni è riunito in Cdm per ascoltare l’informativa della ministra del Lavoro Marina Calderone sui temi spinosi di salute e sicurezza sul lavoro dopo la strage al cantiere Esselunga di Firenze.


La nota di Nardò Technical Center di Porsche Engineering

«Esprimiamo il nostro profondo dolore per il tragico incidente che si è verificato questa mattina durante i test in corso al Nardò Technical Center e siamo vicini alle famiglie coinvolte. Al momento non disponiamo di ulteriori informazioni su quanto accaduto. In linea con le procedure standard per questi eventi, le Autorità hanno avviato ufficialmente gli accertamenti. Siamo impegnati a collaborare attivamente con loro», questa la nota della Nardò Techinical

Foto di copertina: L’impianto di collaudo di Nardò (Porsche Engineering)

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