Conte (M5s): «La vittoria in Sardegna è il segno del vento che cambia. Calenda? Ha il mio numero»

Il leader e le prospettive del Campo Largo

La vittoria di Alessandra Todde è il segno di un nuovo vento che si diffonderà in tutta Italia. Il metodo Sardegna ha funzionato nella scelta del candidato. Ma il premier non uscirà dalle elezioni europee. Il giorno dopo la vittoria nell’isola il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte si è esibito in una serie di palleggi. Oggi in un’intervista al Corriere della Sera parla della vittoria del Campo Largo: «È la vittoria del campo giusto. Ed è la prima regione che il M5S conquista. Una grande soddisfazione per il nuovo corso del M5S e perché Todde è la prima donna presidente della Sardegna». Che servirà «a costruire un primo mattone che va a scalfire il castello di giravolte e false promesse costruito da Giorgia Meloni. È una grande sconfitta per lei, che ha voluto guidare in prima persona la coalizione con arroganza, imponendo il suo candidato più fedele. Parla tanto di meritocrazia, ma ha scelto uno dei meno amati tra i sindaci e lo ha spinto con una campagna personalizzata, in cui giganteggiavano manifesti con la sua foto e la scritta “Forte e fiera”».


Il Campo Largo e oltre

Ma non si sceglierà così la leadership dell’alleanza: «Prima si coltiva un confronto che porti a un progetto ben strutturato, poi si sceglie il candidato più idoneo per attuarlo». E sull’idea che uniti Pd e M5s possano battere il centrodestra l’ex Avvocato del Popolo replica: «Ricordo che prima e durante la campagna del 2022 nel Pd c’era chi lavorava per eliminare il M5S. Oggi il clima è sicuramente diverso. Partiamo da qui, ma dobbiamo consolidare il metodo e costruire un’alternativa credibile». Nella quale però è difficile che ci sia spazio per Renzi e Calenda, nonostante le quasi-aperture del leader di Azione: «Un campo giusto non può essere minato da personalismi, tatticismi e poteri di interdizione e condizionamento. Nel nuovo corso del M5S noi lavoriamo con grande impegno sui territori per offrire al Paese una classe dirigente adeguata, motivata, estranea a pratiche clientelari e che si vuole distinguere per competenze, serietà e capacità».


Calenda e il Pd

Ma se Calenda chiama, aggiunge Conte, «il mio numero è sempre lo stesso. Ma il tema non è parlarsi al telefono, è trovare condivisione su progetti per noi qualificanti». E con il Pd non c’è una gara: «L’obiettivo non è prendere un voto più del Pd, è fare buona politica. Oltre al nostro risultato bisogna tenere conto della lista Todde e delle liste civiche che abbiamo sponsorizzato».

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