Dopo Bergamo, anche Cremona tra le «città della longevità»: ecco il progetto che punta a una vita migliore per gli anziani

City of Longevity è stato lanciato nel luglio del 2023 dal National Innovation Center on Ageing del Regno Unito (NICA) con il sostegno della Banca Mondiale e dell’Università di Singapore

Gli abitanti della Terra oggi vivono più di quanto sia mai accaduto nella storia. Un dato di fatto da cui è necessario partire nella progettazione delle città, in cui, secondo l’Onu entro il 2050 vivrà il 70% della popolazione mondiale. Questo è l’assunto su cui si basa un’iniziativa globale per promuovere invecchiamento sano e longevità nell’ambiente urbano. Il nome del progetto è City of Longevity. Ad averlo lanciato, nel luglio del 2023, è il National Innovation Center on Ageing del Regno Unito (NICA), con sede a Newcastle. Il centro ha l’appoggio, tra gli altri, di diversi dipartimenti del governo del Regno Unito, della Banca Mondiale, e dell’Università di Singapore. Il Nica si prepone non solo di raccogliere dati sulla vita delle persone anziane per migliorarla grazie all’azione congiunta di privati e amministrazioni cittadine, ma anche di collaborare con svariate imprese per applicare questa conoscenza a soluzioni di business.


La popolazione over 65 di Milano dal 1951 ad oggi è aumentata del 197%

Nella brochure di presentazione di City of Longevity, si legge che attualmente sul pianeta convivono cinque diverse generazioni. Ma il peso di ciascuna sulla popolazione mondiale sta cambiando velocemente. Da un secolo fa, quando c’erano solo pochi anziani e molti giovani, oggi ci troviamo in un’era di equilibrio generazionale, in cui il numero degli anziani in certi luoghi è destinato a superare di quello dei giovani. Il miliardo di persone che attualmente hanno più di 60 anni nel mondo raddoppierà fino a superare i 2 miliardi entro il 2050. La maggior parte di loro vivrà nelle città. Un esempio: la popolazione over 65 di Milano dal 1951 ad oggi è aumentata del 197%; quella over 75 del 496%.


L’Italia è tra i Paesi più vecchi d’Europa

All’interno di City of Longevity le città aderenti – tra cui fin dal giorno zero Lisbona, Tel Aviv, Barcellona e Bergamo, e ora nel nostro Paese anche Cremona – si chiedono quali sono le caratteristiche che il contesto urbano deve assumere in modo che le persone anziane possano preservare la loro libertà economica, il rispetto di coloro che li circondano, l’autonomia, la dignità sociale e la rete di persone necessarie a stare bene e a contribuire al benessere della società tutta. L’invecchiamento della popolazione è una delle più grandi sfide presenti e future per i Paesi dell’Ocse. Nel nostro Paese le città con il maggior numero di anziani in rapporto a quello dei giovani, secondo Eurostat, sono Savona, Genova e Trieste. Il primato continentale di questa classifica spetta a Frejus, in Francia lungo la Costa Azzurra.

Attività intergenerazionali e spazi per tutti

In una città della longevità, i cittadini sono parte integrante dello sviluppo urbano. Propongono politiche e valutano gli effetti dialogando con l’amministrazione. Vi rientra anche il raggiungimento di un modello urbano quanto più possibile vicino alla Città dei 15 Minuti, in cui tutti sono liberi di muoversi in maniera attiva. Tra le azioni pratiche vengono menzionati bassi limite di velocità – con particolare attenzione a quello dei 30 chilometri orari per i veicoli come recentemente deciso a Bologna – riduzione dell’inquinamento, e aumento delle aree pedonali, riduzione del numero di fumatori, riduzione dei costi che le persone affrontano quando si incontrano per passare tempo assieme. Nelle città longeve le persone non hanno paura di uscire, hanno tempo di farlo e possono farlo in spazi comodi e stimolanti che le facciano sentire sicure, privi di degrado e pieni di persone di ogni estrazione sociale.

Salute ed istruzione

Per invecchiare bene, tutti devono avere a disposizione opportunità gratuite di apprendimento, per tutta la vita. Le università devono studiare la vita degli anziani in modo da offrire alle amministrazioni dati per implementare politiche di supporto alla terza età. Nelle città longeve l’attività economica genera benefici per tutti e si lavora per aumentare la coesione sociale intergenerazionale e la sicurezza finanziaria, in modo da rendere soddisfacente anche la vita degli anziani, troppo spesso soli e senza obiettivi che ritengano significativi. Nello stesso contesto, i privati e l’amministrazione pubblica promuovono uno stile di vita sano, la riduzione del consumo di alcolici, di grassi saturi. Nelle aree di intervento ad esempio, viene menzionato il divieto di pubblicità di prodotti notoriamente alimentari notoriamente dannosi.

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