Eleonora Giorgi, le cure per il tumore al pancreas: «Gli oncologi dicono che sono un cyborg, ma la sesta chemio è stata devastante» – Il video

L’attrice e regista, ospite di Verissimo, racconta il percorso che sta affrontando dallo scorso novembre

«Sono felice che mi abbiate chiamata adesso perché spero di potercela fare ancora di venirti a raccontare perché i miei oncologi mi considerano un cyborg per la resistenza che ho, però adesso arrivata alla sesta chemio, non me l’aspettavo, nei giorni successivi è stato devastante. Ieri stavo talmente male che mi chiedevo come avrei fatto a fare l’intervista». Eleonora Giorgi lo ammette senza difficoltà: le cure per il tumore al pancreas sono molto pesanti. Tanto che ora, dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia, ha avvertito tutta la sofferenza e la stanchezza del percorso affrontato finora. L’attrice e regista aveva raccontato di aver scoperto un carcinoma al pancreas durante una mammografia. «Lo star male è questa debolezza enorme ma soprattutto una specie di disaffezione al cibo», spiega ancora, negli studi di Verissimo, «guardo un risotto squisito ai gamberi, che adoro, e mi sembra di carta. Quindi ho questa fatica a mangiare, e se non mangi la chemio ti devasta». Cerca comunque di portare positività, sopratutto a chi è nella sua stessa situazione. «Non ci sto alle cose brutte, mi arrabbio e mi dico: “Ma ci sarà qualcosa di buono?”. Saper trovare la cosa bella, decente, in ogni contesto, è una salvezza».


Senza nascondere quanto sia difficile. «La mia vita ora è quella di un soldato dedito alle istruzioni dei medici, non c’è altra vita: ogni 14 giorni c’è la chemio, e i giorni in mezzo hanno un andamento definito», sospira l’attrice, «fra un paio di settimane sapremo molto, soprattutto cosa si potrà fare». Questo momento, certo non l’unico difficile della sua vita, l’ha fatta riflettere sulle difficoltà e sul proprio carattere: «Penso di essere stata incredibilmente fortunata rispetto al mio carattere perché ho avuto una vita piena di avventure, piena di cose meravigliose e durissime. A 70 anni sento di averne vissuti, anche fisicamente, come una 90enne. Il mio cuore ora è con chi affronta la mia malattia ed è più giovane di me, perché alla fine io ho vissuto tanto».


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