I convegni alla Normale di Pisa sull’Iliade e Achille in una prospettiva queer e trans

L’ira di Libero: «Il patrimonio letterario aggiornato in base a paturnie ideologiche»

Il genere di Achille. Una prospettiva queer e trans sull‘Iliade. Così si intitola un seminario organizzato il 4 marzo alla Scuola Normale Superiore di Pisa a cui ne ha fatto seguito un altro il giorno successivo: Falli lunari, oratori pelosi, e dei incinti. Disabilità e ansie di genere in Luciano di Samosata. E all’indomani dell’ultimo incontro, i seminari stanno già facendo discutere. L’idea dell’università, come spiegato dalla stessa sul proprio sito, era quella di offrire una chiave di lettura sul noto poema epico – attribuito al poeta greco antico Omero – attraverso «il percorso affettivo» del personaggio di Achille «dall’ira al lutto per la morte di Patroclo, e il suo tentativo di ritirarsi dalla battaglia e scegliere la sopravvivenza anziché la morte eroica».


La prospettiva di genere

La discussione sul tema è stata quindi affrontata nella prospettiva degli studi genere, un approccio che – precisa la Normale di Pisa – «offre nuove opportunità per considerare il personaggio e l’esperienza di Achille come esperienza affettiva queer e trans». Sulla stessa scia anche il secondo seminario, in cui viene utilizzata la satira di Luciano di Samosata (II secolo d.C) per parlare di «società maschilista». Dall’università toscana spiegano: «In un periodo di crisi delle identità sociali classiche, la satira lucianea offre una critica delle norme di genere e di classe contemporanee, in particolare tramite l’uso di personaggi disabili o presentati come soggetto di discussioni mediche. Efesto, Tersite, gli uomini della luna, e persino Zeus diventano esempi di un’identità maschile in difficoltà».


La polemica

Qualcuno, però, non sembra digerire una visione così aperta sul tema. Dalle colonne di Libero, Giovanni Sallusti attacca i convegni della Normale accusandoli di «Cancel Culture». Anzi, di «Reset Culture». A suo avviso, «il patrimonio letterario è stato aggiornato in base alle paturnie ideologiche dei resettatori. Per cui – prosegue – non esiste un passato da studiare, ma solo un eterno presente petaloso, da Achille a Vladimir Luxuria, dove valgono le categorie del secondo, anche quando si va a fare l’esegesi del primo». Sallusti si lascia poi trasportare in una sua analisi storica riconoscendo che il rapporto tra Achille e Patroclo «ha una netta eco omosessuale», ma – a suo dire – il tipo di relazione e il contesto del tempo «non fanno dell’eroe un archetipo lgbt».

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