Supersex, Alessandro Borghi e la serie su Rocco Siffredi: «La libertà sessuale è un tema scomodo in un paese bigotto»

L’attore: per interpretarlo non ho usato protesi, sono a posto con il mio corpo

Oggi su Neflix esce Supersex, la serie tv in cui Alessandro Borghi interpreta Rocco Siffredi. E l’attore in un’intervista a Repubblica dice che l’opera «parla di famiglia, amore, politica. Ha una valenza sociale importante, rispetto alla figura dell’uomo e della donna e rispetto al porno, in una società che finge di rifiutarlo e poi se ne nutre da anni». Borghi dice che per interpretare Siffredi non ha usato «alcuna protesi, sono a posto con il mio corpo. Ho imparato che a volte mi piace di più, altre meno. Nel mio lavoro sono dovuto ingrassare dieci chili o venti. Ho pensato: ci sarà il rischio di un confronto con Rocco, ma non è una serie porno. Non sarà il fulcro del racconto».


Un romanzo di formazione sentimentale

Borghi dice che la sua educazione sessuale è passata attraverso il porno: «Da bambino ho fatto fatica a esprimere i miei bisogni, la mia sessualità: è esplosa, e ne sono stato sovrastato. Avrei voluto arrivarci in modo consapevole, con meno errori». La fiction su Siffredi è anche un romanzo di formazione sentimentale: «Ogni tanto proviamo a punzecchiare, a creare una ferita, un contraddittorio. Anche se la libertà della sessualità è un tema scomodo in un Paese fondamentalmente bigotto. La serie ha significato anche avere a che fare con il mio corpo in una certa maniera, relazionarmi con quello degli altri. Mi ha responsabilizzato rispetto al messaggio che passiamo al pubblico con il nostro mestiere».


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