Magliette di Cr7, la testimonianza dell’imprenditore: «Io truffato dal fratello di Ronaldo»

Rocco Valenti afferma di essere stato raggirato dal fratello del calciatore portoghese nella produzione di magliette per il museo di Cr7

Truffato dal fratello di Cristiano Ronaldo. Così si definisce, nel proprio racconto ai giudici, l’imprenditore Rocco Valenti che vanta anni di esperienza nella commercializzazione del merchandising di squadre di calcio come Milan, Inter, Barcellona. Tutto ruota intorno alle magliette del museo dedicato a Cr7 a Madeira, l’isola portoghese al largo delle Coste del Marocco che ha dato i natali al cinque volte Pallone d’Oro. A dirigere l’accusa c’è la Pm della procura di Torino Laura Longo secondo la quale il fratello di Ronaldo, Hugo Dinarte Santos Aveiro, 45 anni, difeso dall’avvocato Gregoria Cavalla – avrebbe raggirato Valenti a partire dal luglio del 2019, quando l’imprenditore firmò un contratto con la società Mussara Gestao de Espacos e Eventos LDA», a cui appartiene il marchio CR7Museu e della quale il fratello di Ronaldo era legale rappresentante. Il presunto obiettivo? Ottenere le magliette a prezzo di saldo. Nel Iuglio del 2018, quando l’attaccante portoghese era appena sbarcato alla Juventus e l’entusiasmo nei suoi confronti era alle stelle.


L’accusa di Adidas: «Maglie troppo simili alle nostre»

«L’accordo mi autorizzava a produrre delle maglie con il marchio CR7Museu, la firma del calciatore, il numero, il nome, lo scudetto. Mi è costato 500 mila euro, più 150 mila pagati a una società intermediaria spagnola che avrebbe monitorato la qualità dei prodotti», racconta Valenti interrogato dalla pm Elisa Buffa davanti alla giudice Alessandra Salvadori. La produzione era ben avviata quando sono iniziati i problemi: «Abbiamo prodotto le prime 13mila t-shirt. Poco dopo c’è stato detto che l’Adidas aveva avuto da ridire perché erano troppo somiglianti alle loro [quelle ufficiali, ndr]», aggiunge Valenti. Data la situazione, l’imprenditore vende le maglie al prezzo di 4,50 euro l’una a una società che – sostiene Valenti – avrebbe dovuto destinarle al macero. «Abbiamo pagato 5mila euro per il macero. E ci hanno restituito solo 59mila euro».


La trama si ripete

Ma le camisetas evidentemente al macero non ci sono andate, dato che pochi giorni dopo sono state messe in vendita dal museo di Madeira, al costo di 40 euro al pezzo. Per rifarsi, Valenti, che è difeso dall’avvocato Roberto Capra, ha quindi iniziato a produrre altre maglie, con una grafica diversa. La trama però sembra ripetersi, dato che questa volta a intervenire è stata la Juventus, facendogli causa per concorrenza sleale facendo leva sul fatto che nessuno avrebbe contattato la società bianconera per confrontarsi sul design delle divise. Uno schema che ora Valenti teme possa ripetersi anche con i bambolotti di Cr7, già fabbricati e pronti ad essere venduti da anni. «Li ho comprati, ma sono tutti in magazzino che prendono polvere».

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