Benissimo Vasco Brondi, Cosmo, Cor Veleno, Bugo e Tananai. Ma che disastro Tony Effe. Ecco le uscite della settimana: le nostre recensioni

Cosmo – Sulle ali del cavallo bianco

Non è il disco che ci si aspetta da Cosmo, perlomeno per chi ha recepito Cosmo solo come un bravo hitmaker, come quello che riesce a mettere insieme testi non banali, intuizioni elettroniche azzeccate e puro intrattenimento danzereccio. Il Cosmo di Sei la mia città o L’ultima festa per intenderci. Ma chi riduce Cosmo a quel modus operandi di Cosmo c’ha capito poco, perché Cosmo è molto di più e questo suo nuovo album lo dimostra in maniera evidente. Evidente perché in Sulle ali del cavallo bianco non ci sono hit, si balla poco e male, nel senso che non ci trovi brani che ti prendono per mano come Patrick Swayze con Jennifer Grey in Dirty Dancing, nessuno vi salverà da quell’angolo. Anzi, il contrario, Cosmo quell’angolo lo arreda con gusto e misura, sfogando una feroce vena creativa proprio nella sottrazione e in un romanticismo mai così spudorato. Tant’è che i brani che ci hanno colpito di più sono L’abbraccio, Momenti e Il messaggio: brani impegnati, colpi di tacco, forse proprio il passaggio successivo rispetto al Cosmo che conosciamo e amiamo. Così sincero in questo percorso, affrontato con la cazzimma della battaglia, per rivendicare l’intellettualismo di certe sonorità, del suo modo di guadare alla musica e alla vita e di come in quel concetto musica e vita convivano in perfetta armonia e simbiosi. Per questo, anche se questo disco non contiene pezzi che ci costringono dichiaratamente a muovere a ritmo un pugno verso il cielo, ci è assai piaciuto.