Benissimo Vasco Brondi, Cosmo, Cor Veleno, Bugo e Tananai. Ma che disastro Tony Effe. Ecco le uscite della settimana: le nostre recensioni

Cor Veleno – Fuoco Sacro

Il Fuoco Sacro è quello che guida la visione e la direzione dei Cor Veleno, un fuoco sacro che il collettivo romano traduce in musica in questo disco, perché la musica è cosa assai sacra e con la giusta sacralità andrebbe maneggiata. Quella dei Cor Veleno è perfetta, in quanto autentica, in quanto artigianale, in quanto galoppante nella storia del rap in Italia, una storia dentro la quale con il loro lavoro hanno fatto un’enorme differenza. Perché i Cor Veleno che il rap fosse una disciplina che ha molto più a che fare con quello che hai dentro piuttosto che con quello che fai vedere fuori lo hanno capito da sempre, per questo hanno incollato diverse generazioni di appassionati al loro lavoro. Hanno intuito che il racconto della strada non è una rissa tra bambini delle elementari, è parte di una riscossa sociale, una scelta politica che ridurre a macchietta vuol dire sminuire in qualche modo te stesso e anche ciò che fai e anche ciò che pensi. Fuoco Sacro è un disco stupendo, Squarta e Gabbo, sotto la stella cometa del mai assente Primo Brown, irraggiungibile santino della scena italiana tutta, mettono insieme una serie di pezzi che pulsano della necessità di esistere, in cui si mescolano rabbia e poesia, l’alto e il basso, ricchezza e povertà, nuvole e asfalto. Pezzi che odorano di Roma, è chiaro, entità senza padroni che aleggia sul disco, che c’è anche quando non c’è, ma quando c’è, come in Roma sulla pelle, mette sull’attenti tutta la peluria disponibile. Pezzi nei quali sono coinvolti anche degli ospiti, tra i maggiori esponenti del cosiddetto conscious rap, quello d’essai. Personaggi come Fabri Fibra, Willie Peyote, Nayt, Franco126, i Colle der Fomento, Mostro, Ele A, tutti artisti veri, portatori sani di storie e classe, non influencer musicali cotti e mangiati. La carriera dei Cor Veleno sfiora i 25 anni, potrebbe aver partorito la stragrande maggioranza dei giovani rapper che infestano incautamente le classifiche specializzate, eppure, fatto assai affascinante, mentre questi figli illegittimi invecchiano presto e male, i Cor Veleno vivono al passo di Benjamin Button, si complicano la vita con sperimentazioni ardite, con impegno intellettuale, capriole mortali di parole e ne escono freschi come rose, forti di un nuovo capitolo di questa appassionante avventura chiamata rap.